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Inter, lo scudetto arriva nel derby! 2-1 ai rossoneri e seconda stella

Antonio Moschella
La gioia di Thuram dopo il secondo gol
La gioia di Thuram dopo il secondo golProfimedia
I gol di Acerbi nel primo tempo e di Thuram nella ripresa firmano il trionfo dei nerazzurri, che hanno tremato solo nell'ultimo quarto d'ora

Una partita sentitissima, più che mai negli ultimi anni. Perché quella in cui il Milan poteva evitare alla rivale di sempre Inter di vestire lo Scudetto era la partita nella quale Stefano Pioli e i suoi dovevano cacciare fuori il poco orgoglio che restava dopo una stagione poco ispirata, e resa meno soddisfacente dall'eliminazione ai quarti di finale dell'Europa League.

E la vittoria dei nerazzurri è stata di quelli sofferte, ma che appongono lo splendido fiocco a una cavalcata sontuosa e maestosa. Un sigillo apportato da Acerbi e Thuram, due uomini di Simone Inzaghi, che li ha voluti fortemente per costruire una squadra che quest'anno ha ammazzato il campionato e lo ha vinto nella 'casa' del nemico, quella multiproprietà che oggi toccava ai rossoneri ed è stata invasa per organizzare una festa acidissima per il padroni di casa.

Al primo affondo è arrivato il vantaggio. Dopo una transizione nella quale Thuram ha sfondato fino a trovare un corner, dall'angolo calciato da Dimarco la spizzata di Pavard imbeccava un troppo solo Acerbi, che colpiva di testa e batteva Maignan al 18esimo, aprendo così le acque del trionfo. Acque che però venivano sporcate dalla poca vena di un Lautaro Martinez in netto calo in questo finale. L'argentino, che si faceva ammonire, si divorava il gol del raddoppio dopo un affondo di Dimarco, calciando malissimo indisturbato a pochi metri dalla porta.

Reazione tardiva

A mantenere in piedi l'Inter era l'insormontabile Sommer, che poco prima dell'intervallo rispondeva in modo impressionante con una sola mano su un colpo ravvicinato da parte di Calabria. La pausa serviva all'Inter per ricaricare le pile e al Milan per pensare. Pioli dava finalmente spazio a Giroud per guadagnare qualche centimetro in attacco, ammettendo così di aver preso un bel buco nell'acqua provando a schierare Leao come punta centrale. 

L'allenatore rossonero cercava uno stravolgimento dopo aver subito il secondo gol al quarto minuto della ripresa, quando un arrembante Thuram era tornato a fare i buchi a terra in attacco, dove prima col fisico e poi con la tecnica sfondava da sinistra a destra e trovava un rasoterra imprendibile per Maignan, punito nuovamente come all'andata. Era il ruggito che sembrava mettere la spranga alla partita. Ma non la metteva alla difesa, che soffriva l'entrata in gioco del rivoluzionario Chukwueze, che come ala destra iniziava a creare problemi alla retroguardia avversaria.

Il Milan, che non poteva sopportare una troppo agile e leggiadra cavalcata degli storici rivali pronti a festeggiare la seconda stella, si svegliava tardi con il gol di Tomori, che segnava in tap-in dopo un'altra grande parata di Sommer. Era l'urlo della carica, con Pavard che salvava sulla linea dopo un'ulteriore sortita convulsa. Ma era l'ultima vera accelerata dei rossoneri, con il match che poi sfociava in una pietosa rissa generata da un diverbio tra Dumfries e Theo Hernandez, espulsi dall'arbitro Colombo.

Era il triste epilogo che rifletteva i nervi tesi in un campo nel quale i padroni di casa dovevano arrendersi alla sfilata dei campioni d'Italia, con anche Calabria a beccarsi il rosso per una manata a Frattesi dopo l'ultimissimo tentativo. A vincere partita e campionato erano i nerazzurri, comandati da un Inzaghi che si è tolto di dosso molta rogna. È lui, oggi aiutato dai suoi pretoriani, il grande protagonista di questa stagione.

Le statistiche del match
Le statistiche del matchStats Perform