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Inchiesta ultrà: finito l'interrogatorio di Zanetti, annullato quello di Fedez

ANSA
Aggiornato
Javier Zanetti
Javier ZanettiMAIRO CINQUETTI/NurPhoto/NurPhoto via AFP
II vicepresidente dell'Inter oggi in un ufficio di Polizia per l'audizione, il rapper doveva testimoniare sabato scorso ma i piani dei pm sono cambiati.

È iniziato nel primo pomeriggio, in un ufficio di Polizia a Milano, l'audizione di Javier Zanetti, il vicepresidente dell'Inter sentito come testimone dagli investigatori della Squadra mobile nell'inchiesta milanese che una decina di giorni fa ha azzerato vertici e sodali ultrà delle curve di San Siro, con 19 arresti. 

Dopo circa un'ora e mezza, l'audizione dell'argentino si è conclusa e ora, da quanto si è saputo, gli investigatori sono impegnati nella rilettura del verbale redatto. Ovviamente come testimone l'ex difensore nerazzurro ha risposto a tutte le domande.

Il capo ultrà Marco Ferdico "mi accennò la questione" biglietti per la finale di Champions del 2023 e "io ne parlai con la base della dirigenza, non con Marotta", spiega Javier Zanetti.

L'ex capitano interista, sentito come teste nell'inchiesta milanese sulle curve, ha detto di non aver subito mai pressioni, minacce, intimidazioni e che parlava con i capi della curva, ma sempre in un clima "tranquillo". E questi non "facevano mai nulla di male" nei confronti del club. Ha negato di aver avvisato Ferdico di un monitoraggio della polizia sulla curva. "Non è vero", ha detto.

Niente interrogatorio per il rapper

Da quanto si è saputo, l'interrogatorio era stato programmato per sabato scorso, anche se non formalmente con un invito a comparire, ma poi, dopo un dialogo tra i pm e i legali del rapper, la convocazione è stata annullata. Stando a quanto riferito, la scelta di non andare avanti con l'interrogatorio da parte della Procura milanese non sarebbe stata legata al fatto che Fedez avesse deciso di non rispondere ma sono sopraggiunte, pare, ulteriori esigenze investigative e c'è stato alla fine un accordo tra pm e difesa sul no all'interrogatorio. Interrogatorio che, a questo punto, potrebbe non esserci più in questa fase.

Fedez avrebbe dovuto essere sentito con l'assistenza di un avvocato, perché è indagato nel procedimento connesso sulla rissa e sul successivo pestaggio, a cui avrebbe preso parte, tra gli altri, Christian Rosiello, bodyguard del cantante e ultrà del Milan finito in carcere, assieme ad Islam Hagag, anche lui amico di Fedez.

Così come Luca Lucci, capo ultrà della Sud milanista, anche lui in carcere e più volte intercettato, come emerge dagli atti, in dialoghi con l'ex di Chiara Ferragni.