Il Milan del futuro: l'ibrido uomo-macchina e la visione di Cardinale
Non è ufficiale, ma non è arrivata neanche una smentita. Paolo Maldini e Ricky Massara lasciano così il Milan dopo essere stati applauditi per aver portato i rossoneri al 19esimo scudetto. Fatali alcune divergenze, dal budget del mercato all'autonomia operativa. Pesa soprattutto agli occhi del padrone di RedBird, Gerry Cardinale, un mercato estivo considerato negativo. L'esborso, nonché la trattativa infinita per portare Charles De Ketelaere dal Bruges al Milan su tutti, ma anche le operazioni Origi, Vranckx e Dest. L'unico elemento dell'ondata estiva che è riuscito a distinguersi, dopo un periodo di ambientamento, è stato Thiaw. Il giocatore modello di investimento secondo Cardinale: economico, giovane, forte e con margini di miglioramento. Troppo poco. Poco se si considera che 35 milioni sui 55 spesi nel mercato sono stati riservati invece al Godot belga, che nonostante gli attestati di stima dei compagni e il lavoro incessante di Pioli si è fatto notare solo con un assist a inizio campionato.
Divergenze di vedute
Non è bastato l'obiettivo minimo raggiunto dal duo mercato del Milan al patron di RedBird, quella qualificazione Champions che assicura 50 milioni freschi freschi da parte dell'Uefa. Nemmeno la semifinale raggiunta, anche a sorpresa, è bastata a persuaderlo. E così, di fronte alla richiesta di Paolo Maldini di avere a disposizione un budget più consistente per aggregare oltre a giovani promesse anche qualche giocatore più affermato ha detto no, grazie. Eppure l'ex bandiera rossonera era stata chiara sulla strada da seguire nelle dichiarazioni passate: “Secondo me non siamo ancora pronti per rimanere a questo livello, non siamo ancora con i migliori club. Dobbiamo fare investimenti ora. Essere tornati a questo livello deve essere sfruttato, investendo per rimanere fra le prime quattro e fare bene in Italia. Non siamo ancora strutturati per competere su due fronti, lo abbiamo detto alla stampa e ai nostri proprietari, lo sanno benissimo...”, aveva chiosato con una mezza frecciatina alla proprietà, Maldini. Dichiarazioni che non saranno piaciute, anche perché il modello imprenditoriale di Cardinale basato sulla sostenibilità è ben diverso.
Il mercato secondo Cardinale: il modello Moneyball
Parola chiave: sostenibilità. Ecco perché molto probabilmente non sostituirà il duo in partenza, ma opterà per una soluzione interna dando più poteri a Geoffrey Moncada, capo scout che gode di grande stima nell'ambiente di Milanello, sarà lui a pianificare le strategie di mercato. Ha già contribuito in passato a operazioni importanti come quelle sui giocatori Tomori e Kalulu, la cerniera difensiva che ha portato allo scudetto. Affiancandolo magari a un partner sui generis. Da buon americano il n.1 del Milan guarda infatti in casa, agli esempi a stelle e strisce. Ha così deciso di affidarsi i dati, seguendo l'esempio dell'amico e collaboratore interno di RedBird, Billy Beanw: "Io e Billy Beane abbiamo la stessa visione delle cose. Spesso si dice che per vincere bisogna spendere un sacco di soldi, ma perché? Io dico che bisogna essere più intelligenti degli altri e non sacrificare il denaro. Credo nel metodo Moneyball".
Beane è l'ex general manager degli Oakland A’s, una franchigia della Mlb, il baseball americano, che ha descritto il suo metodo in un libro che ha ispirato anche il film Moneyball con Brad Pitt. Un metodo rivoluzionario basato sul concetto che è possibile cercare i giocatori più forti o più adatti alla propria squadra basandosi sui dati, attraverso algoritmi e intelligenza artificiale: "Tutti li hanno, la differenza è come li usi - ha spiegato Cardinale - e Billy Beane è stato decisivo nel convincermi che il calcio europeo potesse essere una grande opportunità”.
Il potere ai dati: il modello Tolosa di Zelus
Potere ai dati quindi, chi se ne frega dell'esperienza di giocatori che hanno fatto la storia della società come Paolo Maldini. Il metodo Moneyball secondo Cardinale può sostituire le loro intuizione adeguatamente e fare persino un lavoro migliore. Il patron RedBird vorrebbe ripetere il modello Tolosa, l'altro club di proprietà, che partendo dal basso (nel 2020 era in Ligue 2) è stato capace di vincere la Coppa di Francia 5-1 contro il Nantes, arrivando 13esimo in campionato. In quel caso a pesare nello scouting è la Zelus Analytics, società di dati fondata da Luke Bornn, di cui RedBird possiede il 50%. Data scientist lavorano su profili di giocatori appetibili, avversari e analisi della propria squadra grazie a un database che copre 70 campionati in tutto il mondo, comprese le prime sei divisioni inglesi e la serie C francese e tedesca.
Come ha spiegato lo stesso Cardinale alla Sloan Sports Analytics Conference del MIT: "Noi abbiamo una compagnia di data analytics che si chiama “Zelus”. Tutti riceviamo lo stesso tipo di dati, la differenza la fa come li usi. Al Tolosa abbiamo giocatori che arrivano da 18 paesi diversi, e la squadra è stata costruita solo basandosi sull’analisi dei dati, senza scouting. Era un esperimento, e dopo un anno siamo stati promossi in Ligue 1. Ora siamo a metà classifica, stiamo giocando ad un livello che è due volte e mezzo rispetto a quanto abbiamo investito sul mercato. Penso che i dati giochino un ruolo davvero importante, ma in particolare nelle squadre più grandi c’è bisogno di un “modello ibrido” tra uomo e dati”.
L'ibrido del Milan del futuro sarà composto probabilmente anche dalla stessa Zelus oltre alla consulenza di Billy Beane e per la parte "umana" dal già citato Moncada, il tutto sotto la supervisione del Ceo in ascesa Giorgio Furlani, il cui potere in espansione potrebbe aver giocato un altro ruolo determinante nella rottura dei rapporti tra Maldini e la proprietà.