I voti di Diretta - Il miglior allenatore della stagione 2023/2024 in Serie A: Thiago Motta

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I voti di Diretta - Il miglior allenatore della stagione 2023/2024 in Serie A: Thiago Motta

Thiago Motta
Thiago MottaSIMONE ARVEDA/Getty Images via AFP
Il tecnico del Bologna è stato l'artefice di un miracolo sportivo senza precedenti in una città che non era più abituata a certi risultati.

Da quando il Bologna è tornato in A in seguito all'ultima retrocessione, nel 2015, gli emiliani erano sempre finiti nella parte destra della classifica.

Fino allo scorso anno, quando in seguito all'insediamento a stagione in corso di Thiago Motta i felsinei erano riusciti a chiudere il campionato al nono posto.

Quest'anno, con l'italo-brasiliano in sella sin dalla prima giornata, la squadra rossoblù è riuscita in qualcosa di difficilmente immaginabile la scorsa estate: chiudere tra le prime cinque e guadagnarsi l'approdo alla prossima edizione della Champions League.

L'impresa di riportare il club in Europa, attesa in città dal 2002, e precisamente nella massima competizione europea, che mancava da ben 60 anni, è gran parte merito di Thiago Motta, scelto - non ce ne voglia Simone Inzaghi - dalla nostra redazione come miglior allenatore della Serie A 2023/2024.

Già ammirato sulla panchina dello Spezia, l'ex giocatore di Barcellona, Inter e Genoa si è superato alla guida del Bologna, trasformando in realtà un'illusione di inizio campionato, quando gli emiliani avevano costruito il primo sorprendente filotto di dieci partite senza sconfitte.

Il capolavoro della sua gestione tecnica è stato costruito partita dopo partita, partendo forse dalle due gare di S. Siro della prima parte di stagione in cui il Bologna non solo è uscito imbattuto, ma anche inflitto all'Inter una dolorosa eliminazione dalla Coppa Italia nonostante le tante seconde linee impiegate.

Oltre i giocatori, le idee

Al netto dell'impiego di una serie di calciatori copertina, tra cui Riccardo Calafiori, Remo Freuler, Lewis Ferguson, Riccardo Orsolini e Joshua Zirkzee, il Bologna ha funzionato nel suo insieme, prescindendo dalle prestazioni dei singoli.

Certo, Motta è sicuramente il primo responsabile della crescita di alcuni giovani il cui talento era ancora inespresso (Calafiori e Zirkzee su tutti), reduci da annate travagliate o incapaci di far vedere le loro capacità.

Ma la squadra capace di qualificarsi in Europa ha vissuto anche dell'exploit di tanti interpreti diversi, tutti decisivi in maniera diversa: basti pensare alle reti di Oussama El Azzouzi all'"Olimpico" o quella in extremis di Giovanni Fabbian a Empoli, due dei 16 diversi marcatori stagionali della squadra di proprietà Saputo.

La Juve, e non solo, come premio

Motta, che al termine del suo biennio bolognese ha deciso di salutare tentanto la fortuna alla Juventus, nel corso della stagione ha stregato tutti (anche all'estero, dove PSG e Barcellona hanno sicuramente fatto dei pensierini sul suo conto), collezionando anche due volte il Premio di Allenatore del Mese, a febbraio e marzo.

Ma per lui, oltre che i riconoscimenti personali, parlano i fatti: su tutti le vittorie contro le big, soprattutto in trasferta, senza alcun timore reverenziale.

Il Bologna di Motta, senza rinunciare ad un calcio propositivo nè rischiare di passare per squadra attendista, lontano da Bologna ha vinto a Bergamo, Napoli e Roma due volte, uscendo con un punto dalle gare contro Inter, Milan e Juventus.

E proprio l'attitudine e le idee del 41enne hanno convinto la dirigenza bianconera, che a breve formalizzerà il suo arrivo per provare ad aprire un ciclo vincente.