FlashFocus: Dybala e il grande rifiuto, gioia per i tifosi e spina per la società
Tra i colpi roboanti della Juventus, regina di mercato, in Italia a fare rumore in questa calda estate è stato anche l'improvviso e inaspettato "no" di Paulo Dybala agli arabi. Precisamente un "no" a un triennale da 75 milioni di euro offerto dall'Al Qadsiah, quando sembrava ormai tutto fatto.
Il fantasista argentino aveva già rifiutato una prima offerta dagli Emirati a inizio mese, convinto di restare in Europa anche per non mettere a rischio la convocazione in nazionale, ma poi sono arrivate le parole di De Rossi che ne ha minato l'aura di intoccabilità, e infine la panchina di Cagliari. I 75 milioni erano così diventati quasi impossibili da rifiutare. E così è sembrato, fino all'ultimo momento.
Passi verso il rifiuto
Giovedì 22 agosto. È il giorno che doveva essere il suo ultimo all'ombra del Colosseo. Paulo si reca nel centro sportivo di Trigoria ma si allena solo in palestra. Salta uno shooting per la Lega, inizia a portare via qualcosa dall'armadietto e saluta i compagni. Appena varcata la soglia però lo attende la marea dei tifosi giallorossi, che tra santini da firmare, selfie e maglie, lo travolge e lo implora di restare a Roma. Dybala firma, posa per qualche foto ricordo senza sorriso, si infila in macchina e se ne va.
Arriva sera. Come un fulmine a ciel sereno, la Joya posta su Instagram la sua foto in maglia giallorossa. Sembra l'ultimo messaggio ai tifosi. E infatti ironicamente inizia con un "Grazie Roma..." per poi scrivere sotto "Ci vediamo domenica".
Con una mossa a sorpresa il 21 giallorosso strappa il contratto ricevuto dai sauditi dell'Al-Qadsiah. Spiegherà così la sua decisione: "Sono 13 anni che sto in Italia e mi sento come a casa mia, in tutti i posti dove sono stato mi sono trovato benissimo. Sono contento qui, sono felice e anche la mia famiglia vive come a casa. La scelta è fatta, ora bisogna concentrarsi sul futuro".
Stampa e tifosi si interrogano sui veri motivi che l'hanno spinto a rifutare quel mare di milioni e ancora oggi le ipotesi sono diverse. Probabilmente si è trattato di un mix di fattori: l'amore dei tifosi e di una città in cui Dybala si trova benissimo, la paura di una possibile esclusione dalle convocazioni della nazionale argentina, l'affetto di compagni come Leandro Paredes e il nuovo arrivato Matias Soulé che hanno sempre spinto per un suo ripensamento, la contrarietà della moglie Oriana e di sua madre che non vedevano di buon occhio una vita in Arabia Saudita, con tutto ciò che concerne il cambiamento culturale. Last but not least, un'offerta che la Roma non ha ritenuto adeguata, visto che se i sauditi erano disposti a coprire d'oro il giocatore, lo erano meno a riempire di euro le casse dei giallorossi, offrendo soltanto 3 milioni di euro a fronte di una richiesta di 17 milioni.
Fatto sta che Dybala resta a Roma e, quasi per una legge del contrappasso, dopo il suo rifiuto i capitolini acquistano dai sauditi dell'Al Hilal Saud Abdullah Abdulhamid, di professione terzino destro, primo giocatore saudita in Serie A e nei cinque massimi campionati europei.
Dybala e la Roma
La Joya ha così deciso di regalare ancora gioie ai tifosi giallorossi, che nell'estate del 2022 l'avevano accolto come un dio nella Capitale. L'incoronazione al "Colosseo quadrato", come a Roma viene chiamato il Palazzo della Civiltà dell'Eur, sotto gli occhi di 10.000 tifosi in estasi.
L'ennesimo "ottavo re" di una città, di una squadra, di una tifoseria che in passato ne ha proclamati diversi tra meritevoli (Paulo Roberto Falcao, Francesco Totti) e meno (Renato Portaluppi). Dybala, arrivato a parametro zero dalla Juventus, era il primo grande grande colpo della Roma americana dei Friedkin, un giocatore che sa deliziare le platee con colpi di alta classe e talento cristallino, qualcosa che nell'esigente piazza della Capitale è sempre apprezzata, e i tifosi l'hanno adottato subito come loro idolo. Anche più di quel Romelu Lukaku che arriverà poco dopo e che in coppia con l'argentino e con Mourinho come timoniere farà sognare orizzonti di gloria. Le cose andranno invece diversamente, e un altro idolo capitolino, Daniele De Rossi, verrà chiamato a raddrizzare la prua di una barca che stava affondando.
Da quel luglio 2022 a questo agosto 2024 Dybala ha deliziato i romani con i suoi tocchi, i suoi gol e i suoi assist ma li ha lasciati anche spesso da soli, visto che il suo fisico di cristallo l'ha costretto molte volte ai box, un po' come succedeva anche in maglia bianconera, alla Juventus.
Anche in quello che doveva essere il suo ultimo giorno in maglia giallorossa, cioè la prima giornata di campionato, pur relegato in panchina da De Rossi, però quando è entrato ha dimostrato tutto il suo talento disegnando un arabesco per Dovbyk che solo l'imprecisione di quest'ultimo ha mandato sulla traversa. E nel giorno che salutava il suo "ritorno" dopo la grande paura dell'addio, Paulo è stato fermato solo da un palo che non è riuscito a impedire la sconfitta casalinga contro l'Empoli. Scampoli della sua genialità.
Quale futuro?
In tutto Dybala nelle stagioni 2022-2023 e 2023-2024 ha collezionato 53 presenze con 25 gol e 15 assist, un bottino comunque non indifferente. Non abbastanza però forse da giustificare per i Friedkin il pesante aumento di stipendio che arriverà a gennaio secondo contratto e che lo porterà a percepire 7 milioni di euro + bonus l'anno, per una cifra vicina ai 9 milioni. Troppi per le casse giallorosse che, se possono gioire per la permanenza di un fuoriclasse, devono abbandonare il sogno accarezzato di un alleggerimento del monte stipendi, motivo che li aveva spinti a trattare con gli arabi mettendo il giocatore sul mercato.
Il connubio tra Roma e Dybala da un punto di vista societario resta quindi difficile. Lo stesso De Rossi aveva probabilmente già messo in preventivo l'idea di sostituirlo, spogliandolo della titolarità e provando il nuovo talento da svezzare, Matias Soulé, nel suo ruolo e con le sue mansioni. Proprio il giovane connazionale arrivato dalla Juventus, per cui comunque Dybala e lo stesso Paredes si sono spesi a favore, è il designato erede della Joya argentina. Con tre giocatori come loro due e Tommaso Baldanzi, senza dimenticare capitan Lorenzo Pellegrini, ora De Rossi ha l'imbarazzo della scelta sulla trequarti, un imbarazzo che da un punto di vista economico può essere visto come un surplus.
Un talento che ha ancora tanto da dare
Rinunciando all'offerta araba, Dybala ha deciso così di restare nel "calcio che conta", quello europeo, sentendosi un giocatore che a quasi 31 anni ha ancora tanto da dare, vista anche quella maglia albiceleste da tutelare. Al contrario di tanti nomi, sul viale del tramonto e non, che hanno deciso per la "gabbia dorata" saudita, ha scelto di giocare ancora ad alto livello.
È indubbio infatti che, sebbene sempre più ricca di giocatori di livello e qualche buon tecnico europeo, la Saudi League resta un campionato "poco allenante". Se le prestazioni di Cristiano Ronaldo, giocatore dell'Al-Nassr, a Euro 2024 possono risentire delle 39 primavere sulle spalle del fuoriclasse portoghese, sono sembrate piuttosto sconcertanti quelle del 29enne Sergej Milinkovic-Savic, giocatore dell'Al Hilal, con la maglia della Lazio un trascinatore sognato anche da Juventus e Inter, prima che il presidente biancoceleste Lotito decidesse per la "moneta sonante" araba.
Intanto, a conferma della bontà della scelta dell'argentino, è arrivata anche la convocazione di Lionel Scaloni per le partite contro Cile e Colombia in programma a settembre per le qualificazioni del Mondiale del 2026. Dybala riparte da qui, dall'amata casacca albiceleste, e nella Roma cercherà di convincere De Rossi della sua importanza in squadra. Più difficile sarà invece convincere i Friedkin su quell'aumento di stipendio che scatterà a gennaio, ma questa è un'altra storia.