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Flashback: i grandi giorni dell'Udinese, oggi capolista e un tempo mina vagante d'Europa

Candela sfida Eto`o nella Champions 2005-06
Candela sfida Eto`o nella Champions 2005-06Lluis Gene / AFP / Canva
Oggi prima in classifica in condominio, e dopo essersi salvata per il rotto della cuffia l'anno scorso, la squadra friulana vive un bel momento che ricorda varie annate del passato

Vedere al primo posto l'inaspettata Udinese, seppur insieme a Inter, Torino e Juventus, fa riaffiorare ricordi dolci agli amanti del calcio di provincia. Quelli di una realtà autosufficiente che negli ultimi 30 anni si è ormai consolidata in Serie A grazie al suo grande lavoro di scouting e di sviluppo di talenti in erba.

Con appena quattro gol fatti e due subiti, la squadra friulana è attualmente in cima al campionato di Serie A dopo aver rischiato la retrocessione lo scorso anno, e l'occasione ci ha fatto ricordare quando a Nordest si sono viste le manifestazioni più divertenti e spensierate, oltre e non solo di successo. 

Il ballo di Zico

La prima volta che l'Udinese è finita davvero sotto i riflettori fu nell'estate del 1983, quando l'allora presidente Lamberto Mazza, romano di nascita, riuscì a portarlo in Friuli grazie a un bonifico di sei miliardi delle vecchie lire al Flamengo. In quella trattativa si inserì persino l'allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini, entusiasta dell'arrivo di un fenomeno assoluto del calcio mondiale in Serie A, un campionato che a partire da quel momento visse la sua fase più prestigiosa in assoluto. Per Zico e l'Udinese, tuttavia, il biennio di convivenza non fu trionfale, visto che il miglior risultato furono i quarti di finale di Coppa Italia nella stagione 1983-84. 

Amoroso-Bierhoff-Poggi, un tridente magico

La vera Udinese che avrebbe fatto la storia sarebbe stata quella targata Alberto Zaccheroni, un allenatore di provincia che fu portato in Serie A dalla dirigenza presieduta da Giampaolo Pozzo, il vero patron visionario arrivato al comando del club nel 1986. Udinese doc, nove anni dopo aver preso le redini della società avrebbe dato via alla sua prima vera rivoluzione. Dopo essere risalito in Serie A, infatti, oltre al tecnico emiliano portò al Friuli il centravanti tedesco Oliver Bierhoff, prelevato dall'Ascoli, e che all'esordio in massima serie realizzò ben 17 reti.

E dopo un campionato all'undicesimo posto, arrivò la svolta nella stagione seguente. L'arrivo dell'attaccante brasiliano Marcio Amoroso permise a Zaccheroni di passare al 3-4-3, esaltando giocatori come Helveg, Stroppa, Giannichedda e, soprattutto, di sfruttare il devastante tridente composto dallo stesso Amoroso insieme a Bierhoff e Poggi. Un tridente che ancora oggi fa sognare a Udine e che la stagione dopo, quella 1997-98, portò i friulani al terzo posto in classifica con il centrattacco tedesco capocannoniere del campionato con 27 reti, due in più del fenomeno brasiliano Ronaldo, approdato all'Inter l'estate prima.

Un'avventura da Champions

Il miglior percorso europeo dell'Udinese, tuttavia, fu registrato in un'altra era. Dopo la stagione 2004-05, nella quale la guida spericolata e dinamica di Luciano Spalletti permise ai friuliani di chiudere al quarto posto in campionato, arrivava la prima volta alla fase a gironi della Champions League. Dopo essere passati per il turno preliminare contro il blasonato Sporting Lisbona, gli uomini diretti dall'istrionico Serse Cosmi avrebbero venduta cara la pelle nel girone con Panathinaikos, Werder Brema e il futuro campione Barcellona.

L'undici nel quale militavano Antonio Di Natale, Sulley Muntari, Morgan De Sanctis, Vincent Candela e Nestor Sensini, solo per citarne alcuni, accarezzò per qualche giornata anche il sogno della qualificazione. La sconfitta per 4-1 al Camp Nou arrivò dopo una mezz'ora battagliera, dove il difensore brasiliano Felipe aveva trovato il gol dell'1-1 per rispondere al compatriota Ronaldinho, che poi avrebbe realizzato una tripletta.

La truppa bianconera fu poi relegata al terzo posto dopo aver ottenuto gli stessi punti dei tedeschi, contro i quali però aveva registrato un pari casalingo e una sconfitta agonica per 4-3 in quel di Brema, oltre a vantare una peggior differenza reti. L'Udinese scese poi in Coppa Uefa, dove dopo aver battuto il Lens ai sedicesimi di finale fu appiedato dal Levski Sofia agli ottavi.