De Rossi: "La Roma è forte, non mi serviva un paracadute sul contratto"
"Sono convinto che non abbiamo bisogno, né io né la squadra, di paracaduti, siamo una squadra forte".
Daniele De Rossi parla così nella sua prima intervista ai canali del club da tecnico della Roma.
"Siamo una squadra con giocatori importanti, anche ai migliori capita di avere momenti di difficoltà. Può succedere anche agli altri e se succederà dovremo essere bravi noi ad approfittarne, penso che ci siano tutti i margini per risalire" ha aggiunto. "C’è la consapevolezza che ci sia un lavoro importante da fare, non possiamo stare qui a guardarci intorno, a pensare a come sia cambiata la situazione".
Poi parlando del suo contratto di sei mesi senza opzione di rinnovo ha concluso: "Io non avevo bisogno di paracaduti sul contratto".
"Sapevo che poteva succedere"
"Ho provato stupore, agitazione, eccitazione. Non sono caduto dalle nuvole, sapevo che poteva succedere qualcosa, quindi mi sono reso subito disponibile per incontrarli, parlarci per quello che poi è stato un discorso di forse massimo 10 minuti", ha spiegato De Rossi parlando della chiama con la società per il suo approdo a Roma.
Poi, ha parlato del primo approccio alla sessione d'allenamento: "Non allenavo da parecchio tempo, ma anche se io l'ho fatto per pochi mesi è stato semplice. Non lo abbiamo preparato come avremmo voluto perché ho dovuto fare anche cose burocratiche e tecniche, quindi è stato tutto molto veloce, ma alla fine era l’allenamento di ripresa quindi non c'era da inventarsi più di tanto".
Come sarà tornare all'Olimpico? "C'ero tornato mille volte ma sempre da tifoso, da appassionato, da osservatore: nel periodo in cui ero in Nazionale mi mandavano a fare le relazioni dei nostri italiani. Ma sono certo che stavolta non sarà la stessa cosa in questo ruolo, con una responsabilità diversa e soprattutto stando qui".
L'appello ai tifosi
L'ex capitano giallorosso ha poi concluso con un appello ai tifosi: "Quando sono stato fuori dalla Roma non sono mai stato uno che metteva troppo il becco, perché non mi piace stare in mezzo. Invece adesso posso permettermi di nuovo di riparlare, non solo da leggenda, ma da membro della Roma quindi più di dire ai tifosi che abbiamo bisogno di loro come ai vecchi tempi non posso".
"Il vento non ha mai smesso di soffiare, vivere le serate di Europa League l'anno scorso o di Conference quando sono andato allo stadio da tifoso mi ha fatto rendere conto che si sta ricreando qualcosa di speciale nel rapporto tra la squadra e la tifoseria. I momenti negativi possano capitare ma penso che una città come questa e una squadra come questa possano tirarsi fuori più velocemente da momenti così, soprattutto grazie all’amore che abbiamo sempre percepito e che – manifestato con la forza degli ultimi anni - può veramente darci una spinta grande" ha aggiunto.