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Da Lukaku a Cuadrado passando per Allegri: la lontananza tra società e tifosi

Raffaele R. Riverso
La battaglia dello Stadium
La battaglia dello StadiumAFP
Non è mai facile per un club accontentare tutta la propria tifoseria, ma spesso e volentieri sarebbe semplice non deluderla.

Mettersi contro i propri tifosi non è mai una buona idea. Accettare come buona qualsiasi critica nemmeno, perché non è sempre detto che abbiano ragione. Starli ad ascoltare, invece, è il minimo perché, anche quando a esprimersi sono in pochi, potrebbero essere portavoce di un disagio di buona parte della tifoseria.

Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è, senza dubbio, un chiaro esempio di quanto sia sempre più difficile per le società tenere nascondere i malumori della propria gente.

Bastano, infatti, appena otto persone - tutt'altro che dei luminari, considerato il contenuto del loro messaggio - per mettere a repentaglio il trasferimento di Dusan Vlahovic a Parigi.

Lo striscione
Lo striscioneTwitter

E, in questo caso, è davvero difficile pensare che la maggior parte dei tifosi del Psg sia sensibile alla querelle tra Kosovo e Serbia.

Casi come quelli di Leonardo Bonucci e Massimiliano Allegri hanno, invece, finito per spaccare quasi a metà la tifoseria della Juventus tra sostenitori e detrattori: il tecnico l'ha spuntata, il capitano no.

Lukaku-Cuadrado: simboli prima, traditori poi?

Dall'altra parte, invece, c'è l'amarezza dei tifosi bianconeri e nerazzurri per lo strano "scambio di figurine" - tra virgolette perché si tratta di due parametro zero - che sta vedendo come protagoniste Juventus e Inter.

In questo caso, infatti, è ben più plausibile pensare che un'ampia fetta di sostenitori sia della Vecchia Signora che della Beneamata possano condividere gli umori di chi, stamattina ha urlato, all'ingresso del J-Medical, "Lukaku non lo vogliamo" e di chi si è ritrovato sotto la sede del club nerazzurro per protestare contro l'ingaggio di Cuadrado.

E, del resto, sono proprio loro i due principali protagonisti della rissa scoppiata alla fine della semifinale d'andata di Coppa Italia, pareggiata dall'Inter nei minuti conclusivi grazie a un penalty realizzato dal colosso belga che, subito dopo, ha zittito la curva bianconera, che lo aveva insultato per tutta la partita, provocando la reazione del cafetero.

La rissa
La rissaAFP

Si è trattato di uno dei momenti più caldi della stagione 22-23 e ciononostante, pochi mesi dopo, i simboli di quella battaglia (quasi) campale potrebbero scambiarsi le maglie per difendere i colori della squadra che, fino a poco tempo fa, consideravano la loro peggior nemica.

Nel calcio moderno, tuttavia, i tradimenti sono all'ordine del giorno, a tal punto che tra qualche tempo potrebbere non essere più considerati tali.