Da Lukaku a Cuadrado passando per Allegri: la lontananza tra società e tifosi
Mettersi contro i propri tifosi non è mai una buona idea. Accettare come buona qualsiasi critica nemmeno, perché non è sempre detto che abbiano ragione. Starli ad ascoltare, invece, è il minimo perché, anche quando a esprimersi sono in pochi, potrebbero essere portavoce di un disagio di buona parte della tifoseria.
Quello a cui stiamo assistendo in questi giorni è, senza dubbio, un chiaro esempio di quanto sia sempre più difficile per le società tenere nascondere i malumori della propria gente.
Bastano, infatti, appena otto persone - tutt'altro che dei luminari, considerato il contenuto del loro messaggio - per mettere a repentaglio il trasferimento di Dusan Vlahovic a Parigi.
E, in questo caso, è davvero difficile pensare che la maggior parte dei tifosi del Psg sia sensibile alla querelle tra Kosovo e Serbia.
Casi come quelli di Leonardo Bonucci e Massimiliano Allegri hanno, invece, finito per spaccare quasi a metà la tifoseria della Juventus tra sostenitori e detrattori: il tecnico l'ha spuntata, il capitano no.
Lukaku-Cuadrado: simboli prima, traditori poi?
Dall'altra parte, invece, c'è l'amarezza dei tifosi bianconeri e nerazzurri per lo strano "scambio di figurine" - tra virgolette perché si tratta di due parametro zero - che sta vedendo come protagoniste Juventus e Inter.
In questo caso, infatti, è ben più plausibile pensare che un'ampia fetta di sostenitori sia della Vecchia Signora che della Beneamata possano condividere gli umori di chi, stamattina ha urlato, all'ingresso del J-Medical, "Lukaku non lo vogliamo" e di chi si è ritrovato sotto la sede del club nerazzurro per protestare contro l'ingaggio di Cuadrado.
E, del resto, sono proprio loro i due principali protagonisti della rissa scoppiata alla fine della semifinale d'andata di Coppa Italia, pareggiata dall'Inter nei minuti conclusivi grazie a un penalty realizzato dal colosso belga che, subito dopo, ha zittito la curva bianconera, che lo aveva insultato per tutta la partita, provocando la reazione del cafetero.
Si è trattato di uno dei momenti più caldi della stagione 22-23 e ciononostante, pochi mesi dopo, i simboli di quella battaglia (quasi) campale potrebbero scambiarsi le maglie per difendere i colori della squadra che, fino a poco tempo fa, consideravano la loro peggior nemica.
Nel calcio moderno, tuttavia, i tradimenti sono all'ordine del giorno, a tal punto che tra qualche tempo potrebbere non essere più considerati tali.