Caos Milan: Theo galletto, Fonseca senza polso, ma Ibra che fa?
Le accuse di Capello
"Altro comportamento non da Milan. Chi porta la fascia al braccio deve essere un leader, il simbolo della squadra. Ce li ricordiamo Baresi e Maldini, no? Hernandez, invece, ha portato solo negatività al gruppo con i suoi atteggiamenti", questo il pensiero di Fabio Capello su Theo Hernandez, protagonista di una prestazione ampiamente sottotono nella sconfitta sul campo della Fiorentina, dove i rossoneri hanno mostrato ancora una volta di non essere squadra.
L'ex giocatore e allenatore del club milanese è tornato sugli episodi del Franchi, rimarcando la mancanza di polso dell'allenatore Paulo Fonseca, che non ha preso in mano la situazione in occasione dei due rigori conquistati: "Ciò che è accaduto è semplicemente inaccettabile. Quando si prepara una partita, si fanno e comunicano delle scelte ben precise. Vale per i corner, le punizioni e naturalmente i rigori".
"Non deve esistere mai che i calciatori facciano quello che vogliono. Poi però vedi il capitano della squadra, colui che dovrebbe portare sul campo il dettame dell’allenatore, prendere il pallone e decidere praticamente in autonomia che il primo rigore lo calcia lui. Non va bene".
Dov'è il rispetto per Fonseca?
La partita di Firenze è solo l'ultima di una serie di prestazione rivedibili da parte del Milan, il quale si affida sempre alla solita corsia di sinistra percorsa da Theo e Leao. Dopo la caduta di stile a Roma, dove furono protagonisti di un episodio controverso con il rifiuto di partecipare al cooling break con i compagni, le due stelle rossonere stanno continuando a mancare di rispetto alla società.
Nonostante indossino la fascia di capitano, il 19 e il 10 non sembrano voler prendere veramente sulle spalle la squadra, continuando a produrre gesti discutibili e sicuramente non da leader maturi. Il portoghese continua imperterrito a criticare le scelte dell'allenatore, affrontandolo ogni volta (o quasi) che decide di toglierlo dal campo, mentre il terzino francese appare altalenante e, a sprazzi, anche egoista.
Contro la Viola, Theo ha causato ingenuamente un penalty calciando il piede di Dodò, rischiando poi di concederne un secondo su un contrasto con Colpani. Come se non bastasse, il capitano del Milan ha deciso di battere il primo dei due rigori assegnato ai rossoneri, ignorando le gerarchie ed evitando a Christian Pulisic, rigorista designato, di calciare dagli 11 metri.
Risultato? Rigore sbagliato, nervosismo tra mister e giocatori e sconfitta a fine gara, dove l'ex Real Madrid ha pure deciso di inveire contro l'arbitro, concludendo la serata con un cartellino rosso.
Una società inesistente
Comportamenti da sbruffoni e poco rispetto per le decisioni di Fonseca: ma la società dov'è? La serataccia di Theo Hernandez ha dimostrato ancora una volta che nel Milan esistono forme di egoismo che superano l'idea di collettivo. E se la società, dinanzi all'ennesima prestazione vergognosa a livello individuale e di atteggiamento, opta per una semplice multa al francese e un silenzio totale, non si può certo dire che a Milano le cose miglioreranno da un giorno all'altro.
La colpa è di tutti, dal mister troppo concessivo ai giocatori troppo anarchici, ignari di far parte di un gruppo e di una squadra blasonata, nel quale il rispetto e la disciplina dovrebbero essere dati per scontati. Il tutto, però, parte dall'alto, dove Zlatan Ibrahimovic&Co. non sembrano interessati realmente al bene del club, lasciandolo cadere sempre più in basso.
Senza attuare scelte ferree, la società milanese non potrà mai prendere realmente in mano la squadra, governata nel silenzio e nella completa mancanza di regole e di serietà.