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Simone Pafundi, un minorenne che detta legge contro avversari tre anni più grandi

Antonio Moschella
Simone Pafundi esulta dopo il 2-1 alla Corea
Simone Pafundi esulta dopo il 2-1 alla CoreaAFP
Autore di una perla su punizione che ha dato all'Italia l'accesso alla finale dei Mondiali under 20, il mancino dell'Udinese è avanti anni luce rispetto a molti suoi coetanei. Un unicum nel calcio italiano attuale

Un classe 2006 che si fa beffe di giocatori ventenni. Questi è Simone Pafundi, un mancino rannicchiato in un corpo minimo ma dallo spiccato senso del gioco. Acume, talento e precisione le caratteristiche di questo ragazzo di origini napoletane che è stato 'protagonista' a modo suo della festa Scudetto del Napoli a Udine. Tifoso azzurro, l'attaccante bianconero nato a Monfalcone da genitori partenopei ha deciso la semifinale dei Mondiali under 20 tra Italia e Corea del Sud con una punizione alla Maradona.

La sua prima rete di sempre con la nazionale di Carmine Nunziata è stata più che significativa. Non solo per come è arrivata, ossia attraverso una dolcissima traiettoria a giro, ma anche e soprattutto per il premio che ha dato al collettivo azzurro. Un collettivo nel quale il 17enne è il primo elemento rivoluzionario a partire dalla panchina. La sua piccola stazza e la minore esperienza rispetto ai compagni di squadra lo tengono, per il momento, appena fuori l'undici titolare.

Decisivo

Il talento, però, può essere cruciale anche solo in un secondo. E quel secondo è stato proprio al minuto 86 della sfida tra Italia e Corea del Sud. Entrato quattro minuti prima al posto dell'empolese Tommaso Baldanzi, un altro dei grandi nomi degli azzurri, il mancino di casa Udinese ha preso immediatamente in mano la partita, cambiando l'esito della stessa con un colpo da fenomeno.

Una benedizione mondiale per un ragazzo 'limitato' da un corpo di 165 cm ma aiutato da una tecnica di base squisita. Naturale e spontaneo nel suo calcio frizzante, Pafundi non ha avuto paura a prendersi la responsabilità di portare gli azzurri in finale. Con il numero 20 sulle spalle, una doppia cifra resa storica da Paolo Rossi ai Mondiali di Spagna '82, il mancino dell'Udinese ha fulminato avversari e pubblico, diventando in un attimo il grande personaggio del Mondiale under 20.

La sua magia, che vale la prima finale di categoria per l'Italia, ne proietta l'immagine in tutto il mondo. Un'immagine sorridente, sgargiante e felice di chi da adesso, da minorenne, vuole prendersi la scena di ragazzi tre anni più grandi di lui. Un unicum nel calcio italiano attuale. E, forse, presto anche in quello planetario.