Mondiali donne, rivoluzione azzurra: la giovane Italia di Milena Bertolini
"Seguite l'Italia femminile e vi appassionerete". Lo aveva detto quattro anni e lo ha ripetuto anche questa volta. E Milena Bartolini, dopo i quarti di finale raggiunti nel 2019 in Francia, è convinta che le sue ragazze riusciranno a conquistare di nuovo i tifosi italiani.
Non sarà semplice ripetere l'impresa dell'ultima coppa del mondo perché il livello generale del calcio femminile si è senza dubbio alzato nell'ultimo quadriennio.
Tuttavia, anche il movimento italiano ha subito una profonda evoluzione: sia a livello di campionato - con le nostre squadre protagoniste, finalmente, anche in Europa - che in nazionale.
Le scelte del ct
Non è stato semplice per il commissario tecnico azzurro lasciare a casa gente importante come Katia Schroffenegger, Valentina Bergamaschi, Julie Piga, Chiara Robustellini, Eva Schatzer, Flaminia Simonetti, Martina Piemonte, Aurora Galli e soprattutto la capitana e leader dello spogliatoio, la juventina Sara Gama.
"Non pensate che abbia fatto questa scelta a cuor leggero, come commissario tecnico ho il diritto e il dovere di prendere le decisioni. La motivazione è esclusivamente tecnico-tattica e fisica".
"Il nostro è un movimento in grande crescita e ci sono tante giovani che stanno crescendo e facendo molto bene. Ho avuto bisogno di tempo per sciogliere gli ultimi dubbi, ho riflettuto a lungo perché volevo essere certa di questa scelta".
A ereditare la fascia è stata una sua compagna di squadra, Cristiana Girelli: "Cristiana è sicuramente una leader e in questa squadra ce ne sono diverse. Indossa la fascia da capitano perché ha fatto e continua a fare tanto per la Nazionale".
Largo alle giovani
La scommessa di Bertolini è chiara e, sotto certi punti di vista, condivisibile. E già, perché i debiti di riconoscenza possono finire per influire pesantemente sull'andamento di un torneo di un mese, durante il quale lo stato di forma attuale delle calciatrici è sicuramente l'aspetto più importante che dev'essere preso in considerazione.
"Dallo scorso settembre abbiamo iniziato a proporre nuove soluzioni e a inserire le più giovani. Non vogliamo essere vincolati a un unico schema di gioco, preferisco parlare di dinamicità tattica perché la squadra, in base all’avversario che avremo di fronte, dovrà sapersi adattare, anche a gara in corso”.
Ebbene, sei delle 25 azzurre convocate sono nate nel terzo millennio. Da tenere d'occhio, la diciannovenne centrocampista Emma Severini, la diciottenne attaccante Chiara Beccari e la sedicenne Giulia Dragoni, la baby fenomeno blaugrana ex Inter.
"Mi aspetto che facciano bene perché hanno dimostrato di poter stare in questo gruppo. Devono cogliere questa opportunità, sfruttandola nell’immediato ma anche negli anni a venire".
L'obiettivo è quello di riuscire a sfruttare al massimo l'entusiasmo delle nuove leve servendosi dell'esperienza di chi c'era quattro anni in Francia.
Parliamo di Barbara Bonansea, Manuela Giugliano e, naturalmente, capitan Girelli che, sebbene non possano non sentire la mancanza di Gama e delle altri grandi escluse, hanno davanti a loro la grande opportunità di ripetere quanto fatto in Francia. I quarti? No, ancora meglio: far appassionare di nuovo la gente.