Baresi trent'anni dopo Pasadena: "Come ho fatto a tirare così in alto me lo chiedo ancora oggi"
"Ma come ho fatto a tirarlo così, a calciare il pallone così in alto? Me lo chiedo ancora oggi. In quei momenti c'era tanta emozione, tensione, tante sensazioni tutte insieme. E io, purtroppo, ho sbagliato quel rigore".
Trenta anni fa Pasadena, un ricordo indelebile per il calcio italiano, ancor più che per quello brasiliano che il 17 luglio del 1994 vinceva il suo quarto titolo Mondiale. Ai rigori, contro l'Italia. Tutti gli italiani ricordano quello sbagliato da Roby Baggio, ma dal dischetto non segnò neanche Franco Baresi, che per quella finale aveva recuperato dopo un lungo infortunio.
Baresi rivela al giornale brasiliano 'O' Globo' di Baresi rivela ai sudamericani di essere rimasto sorpreso anche lui per prima dalla decisione del ct Arrigo Sacchi di schierarlo in campo nella finale appena 22 giorni dopo l'intervento in artroscopia al menisco a cui si era sottoposto dopo la partita della fase a gironi contro la Norvegia.
"Sacchi me lo disse la sera prima - racconta Baresi -, lui conoscendomi sapeva che se avessi accettato sarebbe stato per dare non il 100% ma il 200%. Io non ero certo di aver completamente recuperato, ma quella era la partita che aspettavo da tanti anni e non potevo saltarla. Io ero il capitano, e sentivo quella squadra come totalmente mia".
Sui rigori: "Quando metti il pallone sul dischetto la porta ti sembra più piccola"
Poi sui rigori: "Ti puoi allenare quanto vuoi a batterli - dice Baresi - ma quando sei lì è il momento che conta. Cambia tutto. Quando metti il pallone sul dischetto, la porta ti sembra più piccola, e il portiere avversario un gigante. Pensi di tirare in un determinato angolo, ma poi cambi idea ed è esattamente quello che è successo a me".
"Ricordo che osservai i movimenti di Taffarel - continua - e pensai di calciare alla sua sinistra. Poi mentre presi la rincorsa cambiai idea e il movimento del mio corpo fece sì che mi uscì un tiro finito molto alto. Ma succede, lo sport è così. Ti puoi esercitare tantissimo ma poi anche i migliori specialisti sbagliano, è nella storia del calcio, e bisogna accettarlo. E poi anche cercare di vedere un lato positivo, e non quello negativo. E allora dico che per ogni calciatore giocare una finale mondiale è il grande obiettivo, e io l'ho fatto da protagonista, anche in senso negativo, ma devi assimilare tutto ciò nel modo giusto".
Ma fu Sacchi a scegliere i rigoristi? "Decidemmo sul momento chi doveva tirarli - risponde Baresi - perché bisognava capire come stavamo, la cosa che conta non è come stai prima della partita, ma dopo, e quel giorno faceva anche tantissimo caldo".
Di sicuro, per Baresi, non bisogna colpevolizzare per la sconfitta Roberto Baggio: "senza di lui a quella finale non saremmo mai arrivati. In realtà, eravamo un po' frustrati per il fatto che Baggio fosse arrivato a quella sfida in non perfette condizioni fisiche, non era al 100%. Se a Pasadena lo fosse stato, credo che avremmo avuto più chances di vincere".
Baggio: "La vita non è sempre facile"
"La vita non è sempre facile. Se lo fosse non cresceremmo né progrediremmo come esseri umani". Roberto Baggio su Instagram ricorda il 17 luglio del 1994 quando l'Italia perdeva ai rigori in finale il Mondiale con il Brasile. Il divin codino ne sbagliò uno.
"Se riusciamo in qualcosa siamo spesso invidiati; se manchiamo uno scopo siamo ridicolizzati e attaccati - scrive l'ex fantasista azzurro - Purtroppo le persone sono così. Dolore e sofferenze inattese possono ritrovarsi sul cammino di ognuno. Ma è proprio nel momento in cui incontrate queste prove che non vi dovete far sconfiggere. Non mollate mai. Non retrocedete mai".