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Spalletti: "La maglia della nazionale come prima pelle, possiamo competere con le big"

Diretta
Luciano Spalletti
Luciano SpallettiProfimedia/IMAGO
ll tecnico dell'Italia parla dell'Euro che sta per iniziare e riavvolge il nastro della sua carriera

"La maglia della Nazionale è la più bella e più importante del mondo, la prima pelle per un calciatore. Bisogna indossarla con orgoglio e convinzione. Con dignità e umanità. Nella nostra Nazionale tutti devono essere sullo stesso piano, che nessuno si senta potente. Partiamo tutti dalle sconfitte passate, sono quelle che formano. La vittoria è bella, ti fa figo ma se resta fine a sé stessa diventa un vizio. Dalla depressione di una batosta si rinasce". Così, Luciano Spalletti, in una lunga intervista al Corriere della Sera, parla della sua Italia, che tra circa un mese inizierà l'avventura degli Europei di Germania.

Una competizione che, nonostante non veda la nazionale azzurra tra le favorite, viene affrontata con coraggio dal commissario tecnico, che dichiara: "Possiamo realmente competere con le big europee Inghilterra, Francia e Germania? Dobbiamo farlo, ma bisogna lavorarci ancora. Quello che abbiamo fatto vedere finora non è sufficiente. Abbiamo qualità tecniche e anche umane e sia chiaro: contano alla stessa maniera. Ai miei calciatori dico che davanti allo spogliatoio c'è un salvadanaio virtuale, dove ognuno mette ciò che ha e può dare. Recuperare una palla persa può valere quanto un gol. Così si vince, così nascono i rapporti". 

Luciano Spalletti
Luciano SpallettiAFP/Stats Perform

Sul'attacco 

Interrogato sull'ottimo stato di forma di Gianluca Scamacca, Spalletti ha risposto: "Il merito è di Gasperini che lo allena, se in qualche modo l'ho sollecitato ad avere una reazione sono contento, il mio fine è questo. La tecnologia è importante ma va contestualizzata. Bisogna stare connessi tra di noi, anche nei tempi morti. Sono i dettagli che fanno la differenza, sempre. Quei dieci giorni in cui staremo insieme prima di partire saranno i più importanti". 

Al riguardo, poi, il Ct azzurro ha parlato anche di un suo ex numero 10, ossia Francesco Totti: "Ricordo il viso felice di Francesco, quando ero alla Roma e con tutta la squadra andammo da lui in ospedale. Quando ci siamo rivisti dopo anni, ci siamo abbracciati. Io le persone le guardo negli occhi, nella postura. Assicuro ci siamo ritrovati, le basi del nostro rapporto sono forti". 

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Le prossime partite dell'ItaliaFlashscore

Sul Napoli e sul campionato

Spalletti ha poi detto la sua sul torneo di Serie A che sta per finire:  "A parte l'Inter che ha vinto meritatamente lo scudetto, il Bologna è la squadra che mi è piaciuta di più. Mi riporta al Napoli. Bel gioco e nel gruppo si respira amicizia, fratellanza. È così che si vince, anche". 

Ed è proprio sulla sua ex squadra che l'allenatore toscano ha poi fatto un analisi importante: "Tre allenatori in genere non si cambiano neanche in cinque anni. Come si fa in pochi mesi ad assimilare tante cose da uomini che hanno metodi e caratteri diversi. I giocatori, talvolta, devono essere confortati, convinti di essere forti. Basta un nulla per demotivarsi. Ragazzi giovani come Zirkzee, Kvara per esempio vanno coltivati, difesi e sostenuti ogni giorno". 

Infine, un giudizio sui giocatori del Napoli convocabili in nazionale: "Di Lorenzo, Raspadori e Meret? Io valuto complessivamente, non la stagione o gli ultimi mesi".