Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

La variabile Fagioli: cosa vede Spalletti in lui e quale valore aggiunto potrebbe dare all'Italia

Marco Romandini
Nicolò Fagioli in maglia azzurra
Nicolò Fagioli in maglia azzurraAFP
Ha sorpreso tutti, lui in primis, la convocazione di Nicolò Fagioli per Euro 2024. Spalletti ha chiarito che si tratta di una scelta tecnica ben precisa, perché lo juventino ha qualcosa che a suo parere gli altri non hanno. Ecco cosa potrebbe dare in più agli azzurri.

Quello che si preannunciava un calvario potrebbe rivelarsi una rinascita. Nicolò Fagioli giocava la sua ultima partita in Serie il 1° ottobre 2023 in Atalanta-Juventus, terminata 0-0. Poi la lunga squalifica di sette mesi per la vicenda scommesse, terminata proprio nel giorno di Bologna-Juventus, giornata baciata anche dalla convocazione di Massimiliano Allegri.

Il destino però aveva in serbo una gratificazione ancora maggiore dopo l'espiazione: la convocazione nella Nazionale di Luciano Spalletti per gli Europei. Una scelta che oltre a lui, ha sorpreso un po' tutti vista l'apparente marginalità nel progetto di uno che non aveva disputato neanche le qualificazioni, e che a oggi vanta solo tre presenze nella nazionale azzurra, ovvero al di là del debutto in un'amichevole del 2022 contro l'Albania (ct Mancini), le ultime due. Non solo, per puntare su di lui Spalletti ha deciso di lasciare fuori il suo compagno di squadra nella Juventus, Manuel Locatelli, perno di centrocampo della squadra bianconera con Allegri e 28 presenze con l'Italia, nonché campione d'Europa. 

Se non fosse di cattivo gusto in questo contesto, si potrebbe dire che per il ct azzurro si tratta di una vera e propria scommessa. Ma perché Spalletti ha deciso di chiamarlo a dispetto di tutto (e tutti) e cosa potrebbe dare a questa Nazionale? 

L'estro del piacentino

A rispondere a questa domanda è lo stesso ct azzurro: "È una scelta tecnica. Ha quell’estro che mi serve avere a disposizione per avere il maggior numero di carte possibili da giocare per gestire la partita. Poi il campo valuterà se abbiamo fatto la scelta giusta. Il ragazzo dal punto di vista umano ha detto delle bellissime cose e mi ha fatto una buonissima impressione. Penso anche meriti un po’ di comprensione".

La carriera di Nicolò Fagioli
La carriera di Nicolò FagioliFlashscore

Estroso, e promettente, Fagioli lo è sempre stato. L'ex tecnico della Juventus, Massimiliano Allegri, stravedeva per lui sin da quando il piacentino aveva 17 anni: "Noi (la Juventus, n.d.a.) abbiamo un ragazzo - disse il tecnico nel 2018 -, che è un 2001, e adesso ve lo dico: vederlo giocare a calcio a un piacere. Si chiama Nicolò Fagioli, è un piacere perché conosce il gioco. Ha i tempi di gioco giusti, come smarcarsi, quando e come passare la palla. Non ne escono tutti gli anni di ragazzi così".

Allegri poi lo promuoverà in prima squadra solo molto più tardi, ma proprio quando sembrava poter entrare in pianta stabile tra i titolari, è arrivata la batosta della squalifica. Il suo ex tecnico avrà parole al miele anche in quell'occasione, mentre Fagioli ringrazierà e non farà mancare la sua vicinanza con un post sui social nel momento dell'esonero.

Estro, dunque. La capacità di creare, di vedere quello che gli altri non vedono. Che sia lo spiraglio per un assist a un compagno, una giocata a saltare la linea avversaria o un tiro da posizione difficile. Quello che mancherebbe proprio a Locatelli, elegante mezzala reinventata playmaker da Massimiliano Allegri e per questo spesso limitata al compitino, soprattutto limitata nelle giocate offensive, nonostante i due gol in maglia azzurra agli Europei del 2020. 

La collocazione tattica di Fagioli 

Pensando al ruolo di Nicolò Fagioli in questa nazionale, la prima soluzione che viene in mente è quella di vice-Jorginho, cioè il ruolo che ha interpretato al suo ritorno in azzurro nel pareggio a reti bianche contro la Turchia. Poco più di trenta minuti buoni più per la statistica, visti i 19 passaggi completati (zero sbagliati), due cambi di gioco a destra (per Cambiaso) e a sinistra (per Dimarco), una palla recuperata e poco più. Zero illuminazioni però, anzi un contropiede sprecato in cui poteva osare di più anziché scegliere il passaggino facile al compagno vicino. Non certo quello che si aspetta Spalletti da lui, ma c'è da capirlo: la paura di sbagliare e giocarsi male la chance ha probabilmente prevalso, così come quella di farsi male visto che si trattava di un'amichevole.

Se questa, dati anche "i galloni" del veterano Jorginho, è la prima soluzione per dare la scossa dalla panchina alla partita, non è detto che sia anche l'unica: Spalletti ha infatti chiarito che proprio per le peculiarità che vede in Fagioli, lo juventino potrebbe anche giocare a fianco del centrocampista dell'Arsenal, ma a una condizione: "Uno come lui, con quella qualità, può essere complementare, ma devi tenere palla 60’ sennò diventa un problema a rincorrere gli avversari. Ci voglio giocatori più abituati alla fase difensiva e al contrasto che serve per recuperare”. Insomma, Fagioli per giocare titolare in questa Nazionale dovrebbe avere degli "scudieri", giocatori più fisici che lo proteggano e lo mettano in condizione di smistare palla o inventare una giocata una volta recuperata palla.

Una prova di "convivenza" con Jorginho si è vista nell'ultima amichevole contro la Bosnia. Fagioli si è mosso bene, con naturalezza, ed è stato anche autore di qualche buona iniziativa in avanti. La sua presenza ha giovato anche allo stesso Jorginho, liberato dal "fardello" esclusivo dell'impostazione del gioco. Una sorta di doppio play che però difficilmente potrà essere visto contro squadre più aggressive nel pressing, e infatti Spalletti nell'ultima mezz'ora è corso ai ripari inserendo un frangiflutti come Cristante. 

Una chance per zittire le polemiche

La scelta di Spalletti per puntare su di lui a spese di Manuel Locatelli, e in seguito del granata Samuele Ricci, viste anche le sue vicende extra-calcistiche ha scatenato un mare di polemiche sui social, che si potrebbero placare soltanto se il centrocampista della Juventus dimostrasse di valere questa convocazione. Come? Facendo la differenza. Non sarebbe infatti sufficiente un apporto medio vista la sua situazione, un compitino da bravo scolaretto.

Fagioli deve dimostrare in azzurro di avere quella scintilla che tutti gli addetti ai lavori gli riconoscono, quell'estro capace di cambiare il corso di una partita. Il piacentino ci è riuscito poche volte in bianconero, e ancora mai in azzurro. Ora ha la possibilità non soltanto di farsi "perdonare" da una nazione che ama predicare bene anche se razzola male, ma di diventarne un eroe. Forse si chiede troppo a un ragazzo di 23 anni che viene da 7 mesi di assenza dai campi, ma quando hai le "stimmate" niente ti dovrebbe essere precluso.