La devastante irruzione di Hojlund, il giovane e famelico vinchingo del gol
Il suo volto pallido e il suo sguardo da bamboccione sono solo una maschera dell'indole guerriera di Rasmus Hojlund, un centravanti moderno con la rabbia e la fama di quei vichinghi che dalla sua Danimarca sono partiti per conquistare mari e territori, arrivando fino al Nordamerica.
Lui, che nell'estate scorsa ha deciso di scendere fino a Bergamo per provarsi subito in un campionato esigente come quello italiano, si è fatto trovare subito pronto. Una progressione devastante abbinata a un'enorme concretezza sotto porta lo rendono l'archetipo del centravanti moderno, un misto perfetto di velocità e potenza che potrebbe fare da terminale offensivo per qualsiasi realtà calcistica, a prescindere dal gioco espresso.
Nell'Atalanta di Gian Piero Gasperini, dove la concorrenza di Zapata e Muriel ne ha subito fatto venir fuori il carattere combattivo, il giovane vichingo ha trovato l'ambiente ideale per crescere e prendere la spinta decisiva per poter così tornare nella sua Danimarca e diventarne il centravanti titolare. Un posto da lui conquistato non solo con l'esplosione in Serie A ma a suon di gol con la maglia rossobianca, con la quale ha realizzato cinque reti nelle ultime due uscite.
Prima di lui a contendersi il posto di fromboliere principale c'erano Cornelius e Dolberg, due che in qualche modo avevano provato un certo rendimento da sperone principale del drakkar danese. Poi, però, Hojlund ha sciolto ogni dubbio. Incurante di ogni timore reverenziale che ogni 20enne potrebbe percepire una volta vestita la maglia della propria nazionale, il centravanti orobico si è messo subito nei panni del giocatore decisivo, facendo capire a tutti che con lui in punta la squadra di Hjulmand potrebbe andare molto lontano.
Lo scivolone in casa del Kazakistan, dove dopo una sua doppietta gli scandinavi si sono fatti rimontare per 3-2, ha visto uscire trionfale solo lui, al quale però i compagni hanno storpiato la doppietta che seguiva l'hattrick del turno precedente, quando fu lui a decidere in tutto e per tutto la sfida contro la Finlandia.
Il record di gol che Paul Nielsen e Jon Dahl Tomasson condividono a quota 52 è ancora lontano, ma il giovane Rasmus lo sta già iniziando a scorgere, seppur ancora mettendo a fuoco stringendo gli occhi. Si tratta, infatti, di una meta più che raggiungibile per un attaccante completissimo che nelle due prime apparizioni da titolare con la Danimarca è stato subito in grado di fare la differenza.
Il cannocchiale del nuovo vichingo conquistate è puntato verso l'orizzonte. Un orizzonte di gol e di record, e non solo con la maglia del suo paese. A Bergamo se lo coccolano, sperando che sabato a Cremona manterrà il rendimento delle ultime due partite. Poi, il sangue dell'esploratore che è in lui lo chiamerà all'estero, probabilmente in quell'Inghilterra che i suoi antenati norreni hanno stabilito come principale obiettivo fin da subito, fino a farla del tutto loro.