Euro 2024, la Georgia ferma la Norvegia con una reazione d'orgoglio
Era una partita per constatare la preparazione di due squadre entrambe alla ricerca di un'identità. Ed è stata una gara piena di andirivieni, molto frenetica e poco statica. Nei primi 45 minuti, la Norvegia ha dato l'impressione di essere un'orchestra sinfonica, mentre i padroni di casa della Georgia quella di suonare una banda di musica di paese. L'organizzazione in campo era totalmente distinta, perché gli scandinavi erano ordinati e precisi nelle trame corali, mentre i caucasici non riuscivano quasi mai a trovare i corridoi giusti da imboccare per arrivare nei pressi della porta avversaria.
In effetti, il gol al 15esimo di Aleksander Sorloth aveva stabilito una certa gerarchia in campo, un campo nel quale fenomeno di casa Khvicha Kvaratskhelia non sembrava così ispirato dal ritorno sull'erba di Batumi, dove ha giocato prima di arrivare al Napoli. Poi, dopo l'intervallo, sia lui sia i compagni di squadra si sono accesi, con il partenopeo ad aumentare i giri dalla sinistra, oltre alle sterzate marchio di fabbrica. E la banda di paese iniziava improvvisamente a trovare accordi dolci e armoniosi, e anche una sinfonia comune piuttosto gradevole.
Una sinfonia che veniva culminata dal pareggio arrivato al quarto d'ora della ripresa, in modo fulminante attraverso il gol di Georges Mikautadze, che sfrecciava in avanti infilando la colpevolissima difesa avversaria in un'azione quasi velleitaria dei suoi, generata da un semplice lancio in avanti quasi senza pretese. Il piccolo attaccante del Metz era bravissimo a partire in velocità allungadosi il pallone con la testa per poi battere il portiere avversario con un po' di fortuna. Ma per quanto messo in campo fino a quel momento, non si poteva dire che i ragazzi di Willy Sagnol non meritassero il premio del pari.
Al 71esimo era l'altro nobile georgiano, il portiere Giorgi Mamardashvili, a ergersi a grande protagonista, negando a Sorloth il gol del raddoppio. L'occasione più grossa, tuttavia, sarebbe capitata sul piede del vichingo più atteso, quel Martin Odegaard che ha vissuto un match intermittente e a 15 minuti dalla fine arrivava in tempo su un pallone vagante a pochi metri dalla porta, per poi spedirlo oltre la traversa. Poi, era il turno di Kvara, che dopo il solito movimento a rientrare sul destro sfiorava il palo lontano, aprendo comunque a un coro entusiasta verso di lui da parte dei tifosi locali.
Il finale era confuso, come del resto tutto l'incontro. E l'1-1 sancito dal fischio al 98esimo era salutato quasi come una vittoria dalla squadra di casa, che veniva omaggiata da un pubblico generoso che ci ha creduto per tutto l'incontro.