Euro 2024, guida ai quarti: manca solo l'Italia, ma tra le grandi sono in poche a convincere
Manca soltanto l'Italia. È triste e duro dirlo, anche perché il sorteggio aveva riservato agli azzurri il lato più semplice del tabellone. Ai quarti di finale, così, ci sono proprio tutti, con gli occhi rossi e il cappello in mano, a salutare la nazionale di Luciano Spalletti tornare mestamente a casa.
Storicamente, l'Europeo ha sempre riservato qualche sorpresa e colpo di scena. In questo caso, invece, almeno sinora, il torneo cominciato lo scorso 14 giugno in Germania sta seguendo quasi fedelmente le previsioni della vigilia. E dentro quel "quasi" ci sono Donnarumma e compagni.
La Svizzera che ti aspetti
Basta dare un'occhiata agli accoppiamenti dei quarti per rendersi conto di come l'unica assente tra le nazionali con un almeno Mondiale o un Europeo nel proprio palmarés sia proprio l'Italia, il cui posto è stato preso, meritatamente, dalla Svizzera che, sabato pomeriggio, proverà a confermare quello che ha dimostrato di fronte a Jude Bellingham e Harry Kane.
Cos'hanno dimostrato gli uomini di Yakin? Beh, innanzitutto che non possono essere più cosiderati una sorpresa. E poi che sono arrivati in Germania in una condizione di forma non solo migliore a quella degli azzurri, ma anche di un'Inghilterra inguardabile che, senza i sei minuti di recupero concessi dall'arbitro nel secondo tempo degli ottavi contro la Slovacchia di Francesco Calzona, sarebbe già tornata a casa a braccetto con l'Italia.
L'unico superstite "azzurro"
Vincenzo Montella, invece, è riuscito a resistere al forcing finale del gegenpressing dell'Austria ed è l'unico superstite azzurro in Germania. Grazie a un esuberante Demiral - protagonista dell'incontro non solo per i due gol segnati, ma anche per la maestosa prova difensiva - e al miracolo in pieno recupero di Mert Gunok, la Turchia sfiderà, sabato sera, l'Olanda di Ronald Koeman con la consapevolezza di avere ragione solide sulle quali basare le proprie aspirazioni di semifinale. Anche perché la nazionale oranje non ha di certo entusiasmato, nonostante il 3-0 rifilato alla Romania.
Tutto è possibile, soprattutto in un torneo che, come dicevamo, è abituato ai colpi di scena (Cecoslovacchia, Danimarca, Grecia, Portogallo...), ciononostante la logica ci induce a pensare che il nome dei prossimi campioni d'Europa verrà fuori dal lato sinistro del tabellone, quello che mette di fronte Spagna e Germania nella sua parte alta e Francia e Portogallo in quella bassa.
Spagna sì, Germania ni
Non è, però, tutto oro quel che luccica. Il potenziale a disposizione dei quattro ct in questione è senza dubbio enorme. Tuttavia, soltanto la Roja ha mantenuto il piede sull'acceleratore durante tutto il torneo regalandosi e ragalandoci, inoltre, la classe e il sorriso di Lamine Yamal e Nico Williams. Dopo aver annichilito Croazia, Italia e Albania durante la fase a gruppi, ha giocato al gatto col topo con la Georgia, schiantata nonostante lo svantaggio iniziale.
La Germania, invece, qualche momento di difficoltà l'ha avuto: sia nel girone (contro la Svizzera) che agli ottavi quando la giustizia tecnologica, in pochi giri d'orologio, ha privato la Danimarca, per questione di millimetri, di un gol condannandola a inginocchiarsi, subito dopo, concendendo ai padroni di casa un rigore che l'arbitro di campo non aveva, colpevolmente, visto. Per venerdì pomeriggio, però, i fuochi d'artificio sono assicurati.
Brutti e afferrati a Mbappé
Francia e Portogallo, invece, sono arrivate fino a questo punto per inerzia. Nonostante sia alla ricerca della sua forma migliore, Kylian Mbappé è comunque indispensabile: suo l'autogol provocato e il rigore trasformato che hanno permesso alla bruttissima squadra di Deschamps di mettere le mani sul secondo posto del proprio girone.
Agli ottavi, invece, è stata un'altra deviazione fortunata, sulla conclusione tutt'altro che irresistibile, di Randal Kolo Muani a calare il sipario sulla generazione d'oro del Belgio che, in realtà, d'oro non è mai stata. L'impressione, però, è che anche la Federcalcio francese dovrebbe avviare una riflessione perché non è davvero accettabile giocare così male con un parco giocatori di questo livello.
Un futuro senza CR7
Il Portogallo, invece, è stato costretto a ricorrere ai calci di rigore e ai miracoli di San Diogo per superare la Slovenia. Il tutto dopo il 2-0 incassato dalla sua squadra B (fatta eccezione per l'onnipresente, ma non più onnipotente Cristiano Ronaldo) contro la Georgia a qualificazione e primo posto acquisiti. Tuttavia, il livello di una nazionale campione d'Europa non te lo dà solo la prima squadra, ma anche e soprattutto la panchina e la Spagna, nelle stesse condizioni, ha battuto senza spettinarsi più di tanto l'Albania.
La sensazione è che un'era sia finita e che dopo l'avventura in Germania, Roberto Martínez dovrà avere il coraggio di voltare pagina, stringere la mano di CR7 e Pepe, ringraziarli di tutto quello che hanno fatto e assicurargli che, se lo vorranno avranno sempre le porte aperte della sua nazionale, ma quelle che portano all'ufficio del suo staff e non del terreno di gioco.
È anche compito suo, infatti, fargli capire che la cosa migliore per la loro brillante carriera è chiuderla senza altri pianti per un rigore sbagliato o scivoloni di sorta che, senza San Diogo, sarebbero valsi anche al Portogallo un biglietto di ritorno sullo stesso treno preso dall'Italia.