Euro 2024 - Esclusiva, Nuno Gomes: "Il mio Portogallo è forte, ma attenzione all'Italia"
Nuno Gomes è sinonimo di gol, ma anche di estrema intelligenza. In campo e fuori. Colui che con il Portogallo ha giocato bene 79 partite, condite da 29 reti, è intervenuto in esclusiva a Diretta.it per parlare a 360 gradi dell’Europeo appena iniziato. Il tutto partendo, ovviamente, dalla sua squadra preferita, con la quale ha vissuto la splendida avventura del 2000 da debuttante e quella del 2008 da capitano.
Ogni anno che passa sembra che il Portogallo sia sempre più forte. Come te lo spieghi?
Sembra incredibile che un paese così piccolo possa produrre tanto talento. Ma è così. Nella rosa di quest’anno c’è tanta qualità in ogni reparto. Roberto Martinez avrà a disposizione tante alternative per ruolo. Ma è altresì vero, però, che quella di adesso è una delle migliori generazioni di sempre.
Il Portogallo è dunque una delle favorite?
Le aspettative sono altissime, ed è giusto che sia così. Ma sappiamo bene che nel calcio tutto può accadere e il favoritismo deve passare dalla carta al campo. Tante volte, infatti, i migliori non vincono. Anche perché alla fine a vincere è solo uno.
E chi sarebbero le migliori nazionale di questo Euro?
Per me davanti a tutte ci sono la Francia e l’Inghilterra. Poi vengono Germania, Portogallo e Spagna. Ma bisognerà fare attenzione anche all’Italia, come sempre!
La qualità del Portogallo, però, è ineccepibile. Basta vedere che uno tra Joao Felix e Rafael Leao partirà dalla panchina in attacco.
La nostra è una grande squadra e viene da un bel momento. E sa giocare bene a calcio. Ma alla fine bisogna dimostrare tutto sul campo. E a Martinez verrà il mal di testa per fare l’undici titolare. Perché le opzioni sono davvero tante.
La partita contro la Repubblica Ceca è un bel test per provare le vostre velleità.
È una squadra che può far male con alcune individualità. Non sarà facile affrontarla. Ricordo, inoltre, che dopo il sorteggio ho scritto un messaggio al mio ex compagno Tomáš Řepka, che ho avuto alla Fiorentina. Da allora non lo sento. Mi sa che prima della partita gli manderò un messaggio per provocarlo… (ride)
E il gruppo del Portogallo come lo vedi?
È un gruppo che può diventare pericoloso perché può essere ingannevole. Sulla carta, infatti, sembra fattibile vista l’assenza di nazionali fortissime. Ma la Turchia è una bella squadra e ha Montella che porterà esperienza. Della Repubblica Ceca ho già parlato, mentre la Georgia, anche se non è particolarmente esperta, ha Kvaratskhelia, e darà sicuramente problemi. Io dico che siamo favoriti ma dobbiamo essere concentrati al massimo per andare avanti.
Rivedi nelle movenze di Kvaratskhelia il primo Cristiano Ronaldo?
Un po’ sì. Parliamo di un calciatore molto forte, giovane e che ha fatto benissimo a Napoli. E che arrivato in questo palcoscenico vorrà anche lui lasciare il suo segno ad altissimi livelli.
Cristiano, invece, giocherà il suo sesto europeo con la fame di sempre. Nelle precedenti edizioni ha vinto il titolo di capocannoniere due volte, ma sempre insieme a qualcuno. Quest’anno vorrà imporsi anche in questo senso?
Potrà farlo perché ormai sta giocando da prima punta. E con la squadra che si ritrova potrà restare nei pressi della porta per godere dei tanti assist che i compagni di squadra gli forniranno.
A 39 anni potrebbe anche essere sostituito, come accaduto ai Mondiali?
Cristiano partirà titolare, poi vedremo come andranno le cose. Nell’ultima amichevole prima dell’Europeo ha segnato due gol da fenomeno qual è. E credo che adesso senta la fiducia giusta in sé stesso per far bene. Sicuramente partirà titolare e se farà uno o due gol all’inizio del torneo arriverà fino alla fine.
La forza del Portogallo, tuttavia, è a centrocampo. Un reparto nevralgico nel quale Vitinha ha preso con forza il posto da titolare.
È quello che ha fatto il salto di qualità più importante quest’anno. Sta vivendo un momento di forma assoluto, e ha concluso in modo spettacolare la stagione con il Paris Saint Germain, come dimostrato nelle due semifinali di Champions. Sa far giocare meglio i compagni e capisce benissimo il gioco, oltre a potersi disimpegnare in ogni posizione della mediana. Sarà lui a giocare in mezzo insieme a Bruno Fernandes e Palhinha, almeno dall’inizio. E pensare che in panchina ci saranno altri centrocampisti fortissimi come Ruben Neves e Joao Neves, un calciatore che a me piace tantissimo. È molto giovane ma è già pronto per giocare titolare.
Bruno Fernandes oggi è tra i top centrocampisti del mondo. E pensare che otto anni fa, quando il Portogallo vinse, era semi sconosciuto dai portoghesi quando giocava all’Udinese.
Bruno è un calciatore fortissimo, che con il tempo è maturato usando la sua intelligenza. E negli ultimi anni ha aggiunto anche tant gol al suo repertorio. Ha un tiro eccezionale e riesce a fornire un enorme equilibrio alla squadra, oltre a essere un ottimo rifinitore.
Nel 2008 eri capitano, avevi capito che stava iniziando una grande epoca?
È vero, sono stato il capitano prima di Cristiano. È stato un passaggio di testimone dopo il quale lui ha iniziato il suo importantissimo percorso. Ma, essendo onesto, in quel momento non pensavo che il Portogallo avrebbe potuto diventare così forte. È stato tutto frutto del lavoro dal basso, con i giovani. Investimenti mirati nel settore giovanile attraverso la competenza. E i risultati si stanno vedendo.
Tra i calciatori portoghesi che militano in Italia uno dei più in vista è Rafael Leao, del Milan. A 25 anni, è arrivato per lui il momento di fare finalmente lo scatto decisivo in carriera?
Lui e Joao Felix sono due ottimi giocatori per giocare come ala sinistra in nazionale. E starà al tecnico decidere su chi puntare a seconda degli avversari. Ma Leao è un calciatore fortissimo, che può decidere una partita da solo. E credo che l’Europeo per lui possa essere un trampolino per entrare nella storia della nazionale. Se sta bene, Leao rappresenta un vantaggio per noi.
Tornando al tuo passato italiano, si vola immediatamente a Firenze. Con te i Viola hanno vinto l’ultimo trofeo, la Coppa Italia del 2001.
Un trofeo storico del quale non dimenticherò mai la festa per la strada. Una delle più belle serate della mia vita.
Le ultime due finali, però, le hanno perse…
Purtroppo non è andata bene. E mi dispiace tanto perché i tifosi della Fiorentina meritavano questa vittoria. Da un lato è però stato importante tornare di nuovo in finale quest’anno, anche se poi è finita male. Adesso la società deve ripartire da giocatori futuribili per continuare a crescere. E chiunque arrivi, staff e calciatori, devono capire cosa significa questa squadra per i tifosi.
Pensi che Palladino sia una buona scelta come tecnico?
Ha fatto un bel lavoro, speriamo gli vada bene in questa nuova esperienza. È un passo avanti importante nella sua carriera, e sicuramente lo seguirò. Come seguo sempre la Fiorentina.
Ormai sei un dirigente, ma mettiti un attimo nei panni del talent scout. Che calciatore portoghese suggeriresti ai viola?
Di quelli che sono oggi all’Euro molti hanno già prezzi alti, e figurati come lieviterà il loro cartellino dopo il torneo. La mia scelta ricadrebbe su Jota Silva, un esterno sinistro che è stato vicino alla qualificazione all’Europeo fino all’ultimo. E poi gioca nel Vitoria Guimaraes, dove i tifosi sono caldi e passionali, proprio come a Firenze…