Euro 2024 - Analisi: alla Svizzera serve la scintilla di Xhaka per andare oltre i propri limiti
L'allenatore Murat Yakin deve aver tirato un enorme sospiro di sollievo quando, a fine novembre, ha saputo che avrebbe avuto una possibilità di partecipare all'Euro. I rappresentanti dell'Associazione Svizzera di Calcio hanno persino dichiarato che godeva della loro piena fiducia, ma non sono molti i tifosi che avrebbero sottoscritto questa dichiarazione. Né allora, né oggi.
Yakin è infatti riuscito a vincere solo quattro volte in un gruppo di qualificazione relativamente facile, ma ha pareggiato in cinque occasioni. Ciò è dovuto principalmente al problema persistente di perdere la concentrazione nel secondo tempo. Gli elvetici non sono stati in grado di portare a termine le promettenti partite di qualificazione.
Al momento, ci sono più cose contro il commissario tecnico di origine turca che a suo favore, dato che deve rispondere di molte cose. Ad esempio, a dicembre ha dichiarato che Yann Sommer sarebbe stato il portiere numero uno agli Europei. E queste parole hanno infastidito Phillip Degen, l'agente di Gregor Kobel, rivale del portiere dell'Inter in nazionale. Alla fine, Yakin può essere contento che Sommer ha vissuto una buona stagione, ma se Kobel lo avesse messo in ombra (cosa che forse ha fatto in parte), l'allenatore avrebbe avuto qualche problema.
Ma altri aspetti non riguardano l'allenatore, dato che non è colpa sua se la generazione più giovane non sta maturando con la stessa velocità di quelle precedenti. È possibile che in Germania gli attuali pilastri partecipino al loro ultimo ballo. In particolare, si parla della possibile fine della carriera nella Nati di Xherdan Shaqiri, ma potrebbe non essere solo lui: altri nove giocatori hanno infatti già festeggiato il loro 30° compleanno.
La buona notizia è che non solo Sommer, ma anche gli altri leader Granit Xhaka e Manuel Akanji si sono ritrovati per gli Euro di buon umore - lo stesso si può dire dei tre giocatori del Bologna, Dan Ndoye, Michel Aebischer e Remo Freuler. I tifosi della Svizzera sperano quindi che nel ritiro di Stoccarda prevalga lo spirito individuale rispetto al caos degli ultimi mesi.
La strada verso gli Euro
Xhaka aveva dichiarato con sicurezza dopo il sorteggio della fase a gironi che solo 10 vittorie su 10 partite lo avrebbero soddisfatto, ma tali ambizioni non hanno trovato riscontro durante il percorso di qualificazione. L'allenatore Yakin sembra inoltre non aver visto quanto accaduto. " Abbiamo dominato il gruppo", ha dichiarato con coraggio e sfacciatezza dopo la fine delle qualificazioni.
Ma davvero è stato così? Si può parlare di dominio forse solo nel caso delle prime due partite, al termine delle quali la nazionale elvetica ha ottenuto un punteggio complessivo di 8-0. Da lì in poi, però, la situazione si è un po' deteriorata. Gli svizzeri hanno subito sei gol dopo l'80° minuto, il che ha portato a quattro sconfitte, ma l'avvenimento più scioccante è stato il primo fallimento in casa contro la Romania, che sotto di due gol è riuscita a strappare un pareggio per 2-2 nel finale che ha dato un duro colpo alla fiducia della squadra di Yakin. Da allora, la Nati ha battuto solo la nazionale di Andorra in partite ufficiali.
Le statistiche di base suggeriscono che gli svizzeri avrebbero dovuto agire diversamente. Durante le qualificazioni, solo Portogallo e Francia hanno prodotto più tentativi di tiro. Si sono inoltre classificati terzi in termini di tiri in porta e numero di passaggi, oltre a vantare la seconda maggior percentuale di possesso di palla. Ma allo stesso tempo, solo due squadre hanno tirato più spesso fuori dai pali rispetto a loro.
Gli svizzeri hanno prosperato grazie alla creazione di tante occasioni, risultando davvero dominanti da questo punto di vista. Tuttavia, forse c'era da aspettarselo in un gruppo con Romania, Israele, Bielorussia, Kosovo e Andorra. Eppure gli elvetici sono arrivati secondi, a cinque punti dai rumeni. Le scarse rifiniture e le prestazioni difensive li hanno addirittura fatti precipitare nella classifica delle squadre con le peggiori prestazioni prima del sorteggio dell'Euro.
L'impotenza in attacco è stata almeno in parte smorzata dall'emergere di Mohamed Amdouni, autore di sei gol. Tuttavia, anche alcune mosse offensive di Yakin non hanno avuto molto senso per i tifosi. A metà novembre, ad esempio, la Svizzera avrebbe potuto assicurarsi la promozione anticipata contro Israele. Dovevano vincere, compito che avrebbe potuto essere reso più agevole da uno Shaqiri partito in panchina. Ma alla fine l'ex Inter è rimasto seduto per tutta la partita. " Avrei voluto concedergli qualche minuto, ma questa non era una partita per Shaq", ha detto l'allenatore per giustificare l'omissione dell'iconico fantasista.
L'allenatore: Murat Yakin
Nessuno dei due fratelli Yakin se la passa bene ultimamente. Hakan, più giovane e di maggior successo come giocatore, non si è fatto notare né in Svizzera né l'ultima volta con l'Istanbulspor. Murat ha fatto sicuramente più strada come allenatore, ma i suoi più grandi successi sono già nel passato e un altro passo avanti non sembra facile.
Dopo tutto, sono passati più di dieci anni dai suoi più grandi successi con il Basilea. In questo lasso di tempo, il Basilea ha dominato due volte la Super League svizzera, ha raggiunto le semifinali dell'Europa League, ha battuto il Chelsea in Champions League e ha mostrato al mondo Sommer, Fabian Schar e, soprattutto, Mohamed Salah. Tuttavia, la successiva avventura di Yakin all'estero, allo Spartak Mosca, si è conclusa dopo meno di un anno e da allora non ha più lasciato la sua patria.
Dopo la sostituzione a sorpresa di Vladimir Petkovic, il pubblico si aspettava qualcosa in più dall'allenatore di origini turche. Ai tempi della gloria del Basilea, Yakin era noto per la sua capacità di preparare perfettamente la squadra contro l'avversario, mentre l'attuale difesa è piuttosto debole. Inoltre, lo stile di gioco si sta gradualmente avvicinando a quello di Petkovic, uno stile che secondo molti Yakin avrebbe dovuto abbandonare. Tuttavia, persino il non troppo amato Petkovic alla fine ha ottenuto grandi successi. Qualcosa che sembra improbabile per Yakin.
Non sarebbe sorprendente se alla fine l'attuale Ct perdesse forse la sua ultima risorsa: la capacità di andare d'accordo con i suoi giocatori. Un giocatore come Xhaka è noto per non aver paura di dire la sua. All'inizio questo non era un problema, ma quando sono arrivati i primi tentennament nel giroen di qualificazione, e con essi le critiche esplicite del mediano, sono iniziate le speculazioni su quanto controllo avesse Yakin sul gruppo.
Il contratto dell'allenatore della Nati scade dopo gli Europei e al momento non c'è traccia di un prolungamento. Anzi, secondo molti è da sei mesi destinato a non prolungare.
Il motore della squadra: Granit Xhaka
Oggi ci ci sarebbero ragioni per esaltare Shaqiri, che ha segnato o assistito il 46% dei gol della Svizzera nei tornei più importanti dell'ultimo decennio (nove gol e quattro assist). Inoltre, Shaqiri è l'unico giocatore, insieme a Lionel Messi e Cristiano Ronaldo, ad aver segnato in ciascuno degli ultimi tre Mondiali.
Tuttavia, il fantasista si sta perdendo sempre di più nella MLS, e non è nemmeno certo che partirà titolare in questo torneo. L'altro giocatore di origini kosovare, Granit Xhaka, non ha fatto un passo indietro passando dall'Arsenal al Bayer Leverkusen, dove a inizio in molti tessevano
le lodi di Exequiel Palacios. L'argentino ha espresso tutto il suo potenziale e si è fatto rapidamente apprezzare per la sua capacità di recuperare il pallone. Xhaka sembrava un metronomo tranquillo accanto a lui, ma la sua mancanza di dinamismo non impressionava quanto quella dell'aggressivo tuttofare Palacios.
Poi, però, il sudamericano si è infortunato e il posto di centrocampista difensivo è stato occupato dall'altrettanto affidabile, ma non così banale, Robin Andrich e Xhaka ha iniziato a dominare il centrocampo. Ha lasciato il lavoro offensivo principale a Florian Wirtz e Alejandro Grimaldo, ma la sua calma col pallone tra i piedi e i suoi passaggi precisi hanno avuto un effetto fondamentale sull'interazione complessiva degli elementi della macchina a disposizione di Xabi Alonso. Solo il compagno di squadra Jonathan Tah, infatti, ha avuto una percentuale di passaggi più alta nella stagione della Bundesliga.
Inoltre, Xhaka ha segnato quattro gol quest'anno, tutti fondamentali, compreso quello decisivo per la vittoria in finale di Coppa. È noto quanto Xhaka possa essere irascibile. Lo ha dimostrato più volte a livello di club e di nazionale. Ma allo stesso modo trasuda carisma e si presenta come un leader naturale e un professionista.
"È un pazzo quando si tratta di calcio. Si occupa di tutto. La dieta, il bere, il riposo, il sonno. Ha anche assunto un allenatore personale. Granit farà di tutto per andare più in fondo possibile", ha scritto il Guardian nella sua guida pre-torneo, citando Taulant Xhaka, il maggiore dei fratelli dal talento calcistico.
Sull'orlo della gloria - Dan Ndoye
Il declino del Basilea potrebbe essere iniziato da tempo. Tuttavia, anche a causa della partenza di Dan Ndoye, i RotBlau hanno concluso la scorsa stagione nella loro peggiore posizione dalla fine degli anni Novanta.
Un anno fa la situazione non era così negativa, perché il Basilea, con un'ala di talento in squadra, aveva fatto un percorso notevole in Europa Conference League, conclusosi solo con una drammatica sconfitta in semifinale contro la Fiorentina. Poi Ndoye ha lasciato il nord della Svizzera per trasferirsi in Emilia-Romagna.
L'attaccante di origini senegalesi si è allontanato dalla Svizzera per la seconda volta. La prima volta era successo prima dei 20 anni. Al Nizza, le occasioni gli sono state concesse soprattutto come panchinaro, per cui ha preferito tornare in patria. Dopo due anni a Basilea, ha tentato di nuovo la fortuna e questa volta ha scelto meglio, arrivando a inseirsi perfettamente nel concetto di squadra di Thiago Motta e del suo Bologna.
In Italia e nella nazionale svizzera, Ndoye ha beneficiato della sua adattabilità e del suo duro lavoro. Può giocare non solo a destra e a sinistra, ma anche in più posizioni. È veloce, dinamico e abile nel palleggio e negli scontri uno contro uno. I suoi strumenti fisici gli permettono anche di rimettere rapidamente il pallone in gioco e di aiutare la squadra a lottare per i rimbalzi. Solo nove giocatori in Serie A hanno subito più falli - un dato di tutto rispetto per un giocatore di fascia.
In attacco, Ndoye sa come mettersi nelle posizioni giuste. Semplicemente non "ha numeri da goleador", il che è un problema per un attaccante. Questo problema lo ha afflitto a Basilea e lo accompagna ancora a Bologna. Nonostante ciò, ha impressionato durante la fortunata stagione dei felsinei, culminata con la storica qualificazione alla Champions League. E, secondo le speculazioni, è stato anche oggetto di attenzioni da parte dell'Inter.
La fiducia di Yakin è stata conquistata da Ndoye a partire dall'autunno, quando è passato da sostituto a titolare, forse alla fine indispensabile.
Probabile formazione e profilo tattico
La scelta del modulo di Yakin si è allungata a lungo e, probabilmente, continuerà a protrarsi. Alla fine, però, sembra inevitabile la transizione verso il 3-4-3/3-4-2-1 utilizzato per la prima volta nelle amichevoli di marzo, sotto l'influenza del suo assistente, Giorgio Contini. Tuttavia, non è da escludere un ritorno alla difesa a quattro.
Gregor Kobel può provarci quanto vuole, ma Yann Sommer è Yann Sommer. Dopo sei mesi infruttuosi al Bayern, si è fatto un nome all'Inter. Inoltre, ha uno status leggendario con la nazionale dopo aver eliminato i francesi agli scorsi Europei. Quindi non c'è nulla di cui preoccuparsi. Lo sa anche Yvon Mvogo. Il portiere del Lorient ha 30 anni ed è stato nella porta svizzera solo nove volte (Kobel cinque). Sommer può già pensare alle 100 presenze in nazionale del prossimo anno.
Akanji, leader ormai indiscusso della formazione difensiva biancorossa, che non ha saltato nemmeno una partita di qualificazione, non mancherà nella formazione titolare di Yakin. Stesso discorso per Schar che ha giocato una partita intera, durante la preparazione, contro l'Estonia e tranquillizzando così tutti dopo il suo recente infortunio. Nico Elvedi è in fase di revisione come il resto del Monchengladbach, ma il suo fisico robusto può risultare sempre molto valido nei duelli aerei.
Alla sinistra di Akanji c'è Ricardo Rodriguez, che con l'avanzare dell'età continua ad avanzare. Il piede sinistro di Rodriguez potrebbe essere utilizzato regolarmente, ma sarà così solo se Shaqiri non sarà in campo. Il passaggio al 4-3-3 sposterebbe il centrocampista del Torino nella sua classica posizione di terzino sinistro.
A destra - come terzino o come ala - opererà Silvan Widmer . È piuttosto strano: Widmer ha quasi saltato l'intera fase di qualificazione, eppure Yakin sembra averlo aspettato e ora non ha nemmeno preso un vero e proprio sostituto (Leonidas Stergiou può giocare a destra, ma è principalmente uno stopper, mentre Kevin Mbabu, invece, non è nemmeno salito sul pullman). Il capitano del Mainz è un ingaggio primaverile, così che Yakin si prende un rischio. Soprattutto considerando i precedenti di Widmer in termini di infortuni.
Il ct ha anche un cavallo chiaro su cui scommettere anche dall'altro lato del campo. Diversi siti riportano Dan Ndoye nella rosa della Svizzera come attaccante, ma questo riflette più la realtà del club che quella della Nazionale. Non tutti sono sicuri di questa scelta e anche in questo caso valgono gli stessi punti interrogativi di Widmer, ovvero la mancanza di un piano B (rappresentato in questo caso dal necessario cambio di formazione e dallo spostamento di Rodriguez) e la poca predisposizione a difendere.
Chi oltre a Xhaka in mezzo? Freuler ha già fatto molto accanto al suo più famoso connazionale. E proprio come all'ultima Coppa del Mondo, sarà una lotta tra lui e Denis Zakaria. Anche a causa del recente infortunio del centrocampista del Monaco, Yakin probabilmente non correrà rischi e punterà sulla chimica e sullo stato di forma del bolognese Freuler. Lo stesso si può dire del terzo svizzero della quinta classificata della Serie A, Aebischer. Se Yakin passasse al 4-3-3, in lizza ne rimarrebbe solo uno, probabilmente proprio lui. Zakaria garantirebbe tutto da dietro, a Freuler toccherebbe il lavoro sporco e Xhaka avrebbe più libertà offensiva.
Anche con l'opzione del doppio pivot, Xhaka sarà il più offensivo e quello che si divertirà di più con la palla in contropiede. Il principale asso creativo, tuttavia, rimane Shaqiri. Djibril Sow ha ricoperto il ruolo di playmaker ai Mondiali del Qatar, ma gli infortuni lo terranno fuori dagli Europei. Di conseguenza, è probabile che Shaq venga spostato spesso a centrocampo, con un doppio effetto. Da una parte, aprirebbe spazi per Widmer e i centrocampisti e, dall'altro, cercherebbe incursioni centrali.
Quello che manca alla Svizzera è efficacia. Non possono contare su Breel Embolo ancora ai box dopo il lungo recupero dalla rottura del crociato anteriore. Per Kwadwo Duah del Ludogorets, il posto in rosa è già un successo. Amdouni, ancora poco esperto ma produttivo nelle qualificazioni, diventerà probabilmente il titolare al centro dell'attacco, visto che si è fatto notare anche nell'amichevole contro l'Estonia.
Sull'ala sinistra, invece, tutto fa pensare a Ruben Vargas che piace di più a Yakin rispetto al poco costante Noah Okafor del Milan. Vargas è in grado di aiutare l'inesperto Ndoye in difesa, ma può anche essere pericoloso in contropiede.