Tutto in quattro giorni: il Milan e Pioli si giocano presente e futuro contro Roma e Inter
Tutto in quattro giorni: dalla possibilità di disputare una semifinale europea all'obbligo di salvare l'onore in campionato, sapendo che in gioco non c'è solo il presente del club, ma anche il tuo futuro. Di questo, però, Stefano Pioli ne è consapevole.
Il tecnico emiliano sa bene che alla fine delle prossime due partite la dirigenza rossonera avrà le idee più chiare sull'opportunità (o meno) di rinnovargli la fiducia in vista della prossima campagna.
Il problema per il nocchiero del 19esimo scudetto milanista è che, nelle ultime uscite, il Milan sembra aver smarrito le sicurezze che gli avevano permesso di superare la Juventus al secondo posto e conquistare, senza affanni, la qualificazione ai quarti di finale di Europa League.
Prima la Roma
Si comincia giovedì, all'Olimpico, dove Leao e compagni proveranno a ribaltare la sconfitta di misura incassata nella gara d'andata de quarti di finale di Europa League contro la Roma.
"Non lasciare che le tue paure sconfiggano i tuoi sogni... Siamo ancora vivi". Rafa Leao ne è convinto ed è proprio della sua determinazione, della sua classe e dei suoi gol che il Milan ha un disperato bisogno per superare i prossimi due ostacoli.
Per il fuoriclasse portoghese è arrivato il momento di prendere il testimone che già da tempo gli ha lasciato Zlatan Ibrahimovic. I rossoneri hanno bisogno di un leader e nessun altro al di fuori di lui può esserlo.
"Rafa deve imparare a gestire pressioni e aspettative - ha, non a caso, sottolineato Pioli - . Ha un talento superiore agli altri. Nel nostro ambiente spesso sono esagerati complimenti e critiche, quindi deve sapere che sarà così per tutta la sua carriera. Giovedì deve giocare come sa".
Questo, però, non vuol dire che Rafa sarà solo e anche l'allenatore riconosce che dovrà metterci del suo: "La squadra ha talento e qualità, deve avere idee chiare su cosa fare con o senza palla: è la priorità del mio lavoro ed ciò su cui lavoreremo per la Roma e per l'Inter".
Poi l'Inter
Superare l'ostacolo giallorosso vorrebbe dire affrontare il derby di lunedì prossimo con una buona dose di tranquillità. O, quantomeno, senza l'ulteriore pressione di sapere che tutta la tua stagione dipenderà dalla partita che i rossoneri dovranno disputare contro la squadra più forte della Serie A che, loro malgrado, coincide con l'eterno rivale.
Se nel migliore degli scenari possibili delineato da Gerry Cardinale e compagnia, il Milan eliminerà la Roma e impedirà che l'Inter festeggi in una San Siro a tinte rossonere lo scudetto della seconda stella, nel peggiore c'è l'addio all'Europa League e lo smacco nerazzurro subito davanti a propri tifosi.
La buona notizia per la Curva Sud è che, dopo il pareggio contro il Cagliari, all'Inter non basterà più il pareggio per proclamarsi campione d'Italia in faccia al Milan. La cattiva è che la squadra di Simone Inzaghi ha vinto gli ultimi cinque derby disputati, l'ultimo, per giunta, per goleada e con tanto di manita.
"I nerazzurri vinceranno il titolo, ma noi faremo di tutto per vincere il derby e dare una soddisfazione ai tifosi", la promessa di Pioli.
Infine, il futuro
"Se avessimo segnato 5 o 6 gol non ci sarebbe stato nulla da dire per quanto abbiamo creato. Mi tengo lo spirito di squadra, sapendo che non siamo riusciti ad allungare sulla Juve, ma l'obiettivo è il secondo posto. Ora dobbiamo alzare il livello. Il secondo posto resta comunque un risultato prestigioso. Daremo tutto".
Encomiabile e doveroso l'ottimismo con il quale l'emiliano si è presentato in sala stampa subito dopo il pareggio strappato in rimonta al Sassuolo. Ciononostante, se la sua squadra scenderà in campo contro Roma e Inter con l'atteggiamento con cui l'ha fatto al Mapei Stadium, ci sarà ben poco da fare.
"Per me non cambia niente, per mentalità e professionalità la prossima partita sarà quella più importante. Poi quello che sarà il mio futuro verrà deciso a fine campionato". E a deciderlo non sarà lui.