Il Milan si gioca tutta la sua stagione su una sola carta: l'Europa League
L'anno zero del Milan Moneyball di Gerry Cardinale è cominciato la scorsa estate, quando il fondo Red Bird ha messo le mani sulla società rossonera, sostituendo le intuizioni e l'esperienza di Paolo Maldini e Frederic Massara con gli excel e gli algoritmi di Giorgio Furlani.
Una rivoluzione talmente profonda che non si può di certo emettere una sentenza definitiva dopo nemmeno una stagione. Anche perché la rottura non è stata totale e, saggiamente, i nuovi padroni hanno pensato che fosse una buona idea contare ancora sulla professionalità di Stefano Pioli.
Sotto questo aspetto, però, la scelta è stata forzata dal fatto che non si può decidere di mandare via un allenatore che un anno prima aveva vinto lo scudetto senza avere una chiara idea di dove voler condurre il club.
Detto questo, la sensazione è che, da qui fine maggio, molto dovranno cambiare le cose in casa Milan per continuare a vedere, anche l'anno prossimo, Pioli sulla panchina del Diavolo. E non c'è dubbio che una delle variabili che potrebbe aiutarlo a guadagnarsi il rinnovo sia proprio il trionfo in Europa League.
Alti e bassi
Alti e bassi. E, come spesso accade in questi casi, i bassi pesano di più degli alti sugli umori di tifosi e dirigenti. Anche perché in campionato il Milan non è stato praticamente mai in corsa per il titolo.
Prova ne sia che, lo scorso fine settimana, alla vigilia della sfida contro la Lazio, Pioli ha gettato la spugna: "Il campionato è chiuso. Per il primo posto sì. L'Inter sta facendo un campionato incredibile".
Parole oneste, ma che non avranno fatto molto piacere alla dirigenza e alla piazza, considerato che marzo è cominciato da pochi giorni e rinunciare a un obiettivo importante come lo scudetto quando non è ancora arrivata la primavera è sempre molto doloroso.
Tutto sull'Europa League
Tuttavia, a Milanello ci sono abituati. Loro malgrado. A gennaio, infatti, è arrivata l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano dell'Atalanta che ha fatto il paio con quella rimediata a dicembre in Champions League.
Ed è proprio per questa ragione che l'Europa League non può non essere diventato il principale obiettivo stagionale di un Milan che, in caso contrario, arriverebbe a giugno a mani vuote per la seconda stagione consecutiva.
In queste condizioni, non è esagerato pensare che il futuro di Pioli dipenda direttamente da cosa succederà in Europa League.
No Champions, no party
Con lo scudetto che sembra, oramai, destinato sulla sponda nerazzurra dei Navigli, al Milan non rimane che assicurarsi una delle prime quattro piazze. E già, perché senza Champions League, il progetto della Red Bird subirebbe una clamorosa frenata.
L'attuale terzo posto con nove punti di vantaggio sulla quinta in classifica (attualmente la Roma) invita, però, a pensare positivo. Una debacle su questo fronte, del resto, non è contemplata né dalla società né dall'allenatore né dallo spogliatoio.
In caso contrario a cadere non sarebbe soltanto la testa di Pioli, ma anche quella di molti calciatori.
Obiettivo Slavia
In questo senso, non bisogna dimenticare che l'Europa League, oltre a essere l'unica possibilità del Diavolo di vincere un trofeo quest'anno, potrebbe tornare utile anche in ottica Champions, visto che la vincitrice ottiene il pass diretto alla prossima edizione della massima competizione continentale.
Ed è proprio per questa ragione che lo Slavia Praga si ritroverà di fronte un avversario disposto a tutto perché l'obiettivo del Milan non sono i quarti di finale, ma la finale. Anzi la coppa. La cara, vecchia Coppa Uefa.