Conference League: una leggerezza di Mandragora condanna la Fiorentina a Vienna
Fedele alla sua filosofia, la Fiorentina ha provato a imbastire gioco in casa del Rapid Vienna, ma la buona organizzazione degli austriaci non ha permesso alla squadra viola di praticare il suo classico calcio armonioso. Nell'andata dell'ultimo preliminare di accesso alla Conference League, il risultato finale ha premiato gli austriaci, che sono passati grazie a un solo gol, arrivato su calcio di rigore.
Primo tempo
L'entusiasmo dei padroni di casa, sostenuti da 23 mila tifosi locali che non hanno mai fatto mancare il loro sostegno, ha spinto non poco il Rapid, il quale puntava molto sulle azioni sulle fasce per poter aggirare la difesa viola. E così, mentre la squadra di Italiano studiava la situazione, in un primo tempo non eccessivamente elettrizzante, i padroni di casa trovavano la quadra. La Fiorentina, infatti, sembrava lontana parente di quella che lo scorso weekend ha sbancato Genova facendo tre reti.
A far sballottare l'equilibrio del match, però, è stata una trattenuta di Rolando Mandragora in area di rigore da azione dall'angolo. Dal dischetto si presentava un risoluto Grull, che col suo sinistro trovava l'angolo basso alla destra di un Terracciano abile a intuire ma troppo lontano dalla sfera al momento del suo passaggio oltre la linea.
Secondo tempo
Nella ripresa l'inerzia si è spostata dal lato dei toscani, con Arthur che prendeva più iniziativa in mezzo al campo e un Sottil che appena è entrato ha dato più verde di un Brekalo in fase calante dopo il primo tempo. La squadra toscana, tuttavia, difficilmente trovava i varchi, e la prestazione di Nzola non era certamente di quelle esaltanti. Nel finale Italiano ha effettuato tanti cambi, uno su tutti quello di Beltran proprio per il centravanti angolano. Una serie di punizioni dall'out destro non hanno sortito effetto.
Adesso la speranza è riposta nel match di ritorno della prossima settimana all'Artemio Franchi. In un'atmosfera diversa, la Viola dovrà però dimostrare di poter tornare a essere efficace come ha saputo fare a Marassi. Altrimenti, l'Europa sarà solo un miraggio.