I 25.500 posti a sedere viola dello stadio, i colori dell'Orlando City, si sono colorati di rosso davanti a una folta folla di tifosi cileni, che hanno sostenuto pienamente la squadra con il loro tradizionale grido di battaglia "Chi Chi Chi Le Le Le.... Viva Chile".

Ma la Roja non è riuscita a ricambiare l'incoraggiamento, peccando ancora una volta con un attacco improduttivo e l'espulsione del terzino sinistro Gabriel Suazo prima della mezz'ora, vanificando completamente l'obiettivo di raggiungere i quarti di finale.

Il sudamericano ha rimediato un primo cartellino giallo dopo 11 minuti e poi al 27esimo, su una rapida azione di Laryea, non ha potuto far altro che scagliarsi contro il canadese per fermare l'attacco.

Gran parte dei primi 45 minuti sono stati incerti e improduttivi a causa dei ripetuti falli, con la palla che passava avanti e indietro ma senza fluidità. Víctor Dávila, al 20esimo minuto, ha generato l'unica occasione da gol della sua squadra nel primo tempo con una mezza girata che ha mancato di poco il palo sinistro. Il resto del gioco cileno è stato nullo.

Se il prologo con l'espulsione è stato drammatico, la storia avrebbe potuto essere ancora peggiore se non fosse stato per Gabriel Arias, il sostituto di Claudio Bravo, che ha fermato due tiri di Eustáquio e Jacob Schaffelburg, che avrebbero potuto cambiare il corso della partita.

Impresa storica

La squadra di Jesse Marsch è passata ai quarti di finale con un pareggio e ha mantenuto un approccio prudente al pallone, non facendo sentire l'uomo in più in campo.

Gli avversari costretti a tentare qualcosa ci provano con l'inserimento di Marco Bolados, ma gli sforzi dell'attaccante del Colo Colo non vengono premiati dalla ben marcata retroguardia statunitense.

Ben Brereton ha sostituito Dávila ma neanche lui ha trovato soluzioni in attacco. Il Canada ha difeso bene il clean sheet e si è accontentato di un punto per sigillare una storica e improbabile qualificazione ai quarti di finale grazie allo 0-0.

Per il Cile, sotto la guida di Gareca da fine gennaio, l'eliminazione è un colpo al prestigio e all'orgoglio, in virtù della doppia vittoria del campionato continentale nel 2015 e nel 2016 grazie alla Generazione d'Oro. La Roja non veniva eliminata nella fase a gironi dal Perù (2004).