La Lazio cade a Madrid, si qualifica agli ottavi di Champions come seconda
Partita maschia e ruvida al Wanda Metropolitano, dove Lazio e Atletico Madrid si sono già giocate il primo posto del loro girone senza lesinare sforzi e colpi di ogni tipo. A prevalere, tuttavia, è stata la maggior esperienza e solidità dei Colchoneros, che negli ultimi dieci anni hanno forgiato una fortissima identità in Champions League. Il 2-0 finale è figlio di una maggiore efficacia dei padroni di casa, molto scafati in questa competizione.
L'ex di turno Diego Simeone ha stanato i suoi amati biancocelesti a modo suo, ossia occupando bene gli spazi e offrendo pochissime occasioni ai romani, che ci hanno provato nel primo tempo con Zaccagni e Luis Alberto, ma senza concretezza. Ma i padroni di casa avevano subito fatto capire come stavano le cose andando in vantaggio dopo pochi minuti grazie a Griezmann, che al sesto minuto trovava un pertugio semplice da riempire dopo una bella azione di Samuel Lino dalla destra.
Difesa traballante
Dopo un primo tempo arruffone, i biancocelesti cadevano nuovamente sotto i colpi avversari poco dopo l'inizio della ripresa, quando nuovamente Lino si rendeva protagonista ma stavolta in versione goleador, complice un'altra leggerezza della retroguardia. L'Atletico certificava così il suo dominio assoluto in un incontro nel quale ai biancocelesti sarebbe servito un mezzo miracolo per vincere.
Consapevole di aver ormai esaurito quasi tutte le sue risorse, Sarri ha voluto poi dare fiato a Luis Alberto e capitan Immobile, fatti uscire prima dell'ultima mezz'ora. Un segnale di resa ma anche di consapevolezza di dover guardare al futuro. L'obiettivo importante la Lazio lo ha già ottenuto, ed è stato quello della qualificazione. Le casse della società biancoceleste ringraziano. Per la gioia di Claudio Lotito, che vedrà come i suoi proveranno a togliersi uno sfizio importante a febbraio.