L'Europa s'inchina al Real di Ancelotti: i blancos campioni per la 15esima volta
Nella cattedrale del calcio mondiale, in un Wembley vestito a festa, in una cornice indimenticabile, il Real Madrid di Carletto ha scritto ancora una volta la storia di questa competizione che sembra fatta su misura per il club blanco battendo 2-0 un ottimo Borussia Dortmund.
Non c'è finale di Coppa dei Campioni/Champions League che abbia visto un esito diverso dopo quella persa contro il Liverpool nel 1981. Da allora, anche se hanno dovuto aspettare fino al 1998 per raggiungere l'agognata 'Settima', i merengues hanno ha vinto in tutte le altre in cui si sono presentati. Sono arrivate così, una volta entrati nel XXI secolo, l''Ottava', la 'Nona, la 'Decima'... e così via fino alla 15esima appena conquistata.
Una partita dominata dai tedeschi, che fino al 70' hanno fatto paura agli spagnoli, creando tanto, ma non concretizzando. Poi puniti da un gol di Carvajal al 75'. Un colpo di testa che ha tagliato le cambe alla squadra di Terzic che ha subito il raddoppio con Vinicius all'84'.
La strada verso il titolo, piena di tedeschi
Il percorso per imporre nuovamente la propria dittatura calcistica in Europa è iniziata contro una squadra tedesca, l'Unión Berlino, e si è concluso contro un'altra, il Borussia Dortmund. In mezzo, altre due rappresentanti della Bundesliga: Lipsia e Bayern Monaco. Una fase a gironi senza macchia, con sei vittorie in altrettante partite contro i già citati berlinesi, Napoli e Braga.
Ottavi di finale, contro un'altra rivale tedesca - il Lipsia - superata con molta sofferenza dopo una vittoria di misura in trasferta e un pareggio al Bernabéu. Quarti di finale contro i campioni in carica dell'onnipotente Manchester City battuti ai rigori dopo due pareggi prima affrontare in semifinale un altro avversario tedesco, il Bayern.
Se contro i mancuniani, i blancos avevano già conquistato la qualificazione in maniera epica, contro i bavaresi la leggenda delle rimonte impossibili del Real in Champions League è diventata ancora più grande confermando la convinzione che gli dei del calcio siano sempre dalla parte della squadra di Madrid.
E, infine, la finale contro un Dortmund da sogno, al limite dell'impossibile, ma che, proprio come gli altri club tedeschi e il resto dei rivali affrontati dalla squadra di Ancelotti in questa edizione della massima competizione europea, si è dovuta inginocchiare e inchinare di fronte al club 15 volte campione d'Europa.
E nel frattempo, nella capitale del regno di Spagna, la dea Cibele, colei che veglia e protegge, colei che più gode dei successi merengues, sta già aspettando insieme a migliaia di tifosi i suoi eroi. Perché la Champions League, ancora una volta, è del Real Madrid.