Inter, senti De Bruyne: "Un'ottima squadra, ma la Champions è l'unico trofeo che mi manca"
Kevin De Bruyne non le manda mai a dire. Non l'ha fatto a inizio Mondiali 2022, quando ha ammesso che i giovani componenti della nazionale belga non avevano il livello dei fenomeni del passato. E non l'ha fatto neanche oggi in una conferenza stampa che anticipa la finale di Champions League in programma sabato sera contro l'Inter. Una rivale che lui stesso ha definito: "Un’ottima squadra".
Grande trascinatore di un Manchester City che dopo aver vinto campionato inglese e Fa Cup punta al tanto agognato treble, il belga vola basso prima della grande sfida di Istanbul: "Non siamo favoriti, perché le finali sono sempre 50/50 e sempre difficili da gestire. E l’Inter proverà a fare lo stesso: è in finale e a questo livello di una competizione come la Champions League non si trovano squadre facili: dobbiamo rispettarla”.
Il ricordo all'ultima finale di Champions giocata e persa nell'estate del 2021 contro il Chelsea lo tormenta, ma al contempo lo motiva, visto che in quell'occasione fu costretto a uscire per un brutto contrasto con Rudiger: "Non mi sono mai rotto niente in vita mia, ma dopo quella finale sono uscito col naso rotto e una commozione cerebrale. Nel calcio succede di perdere, e noi in Champions ci siamo andati spesso vicino. In quella partita ho fatto quello che potevo, vorrei fare meglio ma non è successo".
Di certo per lui c'è che questo trofeo non l'ha mai alzato al cielo, e dunque le motivazioni per portare a casa la partita di sabato sono enormi: "La Champions è qualcosa che non ho ancora vinto, quindi vorrei riuscire a farlo: mi allenerò al meglio, spero di giocare una gran partita e di aiutare la squadra a vincere". Già, vincere. Qualcosa che gli uomini di Pep Guardiola sembrano quasi obbligati a fare per il valore della rosa: "Quando la gente parla di questa squadra, dice che dobbiamo per forza vincere la Champions. Ma noi di cose importanti ne abbiamo già vinte. Vincere la Champions ovviamente darebbe qualcosa in più, ma 90’ non definiscono una carriera o una dinastia".