Inter: Lukaku-Brozovic o come a fare la differenza potrebbe essere la panchina
"Adesso ho la possibilità di scegliere e di ruotare sia a centrocampo sia in attacco. Fino a gennaio non avevo questa chance e rispetto ad allora la situazione è molto cambiata". Come fare nomi senza farli.
La vittoria contro la Roma, la quarta consecutiva in campionato dell'Inter, ha confermato a Simone Inzaghi di poter di nuovo contare - ed è il caso di dire: finalmente! - sulla miglior versione di due dei calciatori che all'inizio della stagione erano considerati due pilastri portanti del progetto sportivo nerazzurro.
"Brozovic dall'1 ottobre non ce l'ho mai avuto fino a fine gennaio: sono stati quattro mesi lunghi... Idem per Lukaku. Entrambi sono tornati a fare quello che sanno e spero che continuino così fino alla fine".
Il campione zen
Saluto militare, occhi chiusi e dito indice sulla bocca. Nel momento più difficile, Lukaku ha scelto una forma zen per celebrare i propri gol. Lo ha fatto con la maglia del Belgio, senza strascichi polemici, e con quella dell'Inter, provocando (involontariamente) la rissa con la quale si è chiusa l'andata delle semifinali di Coppa Italia contro la Juve.
A un certo punto della stagione, zittire i critici e i razzisti sembrava essere diventato il suo obiettivo principale. La sua condizione fisica e mentale non era delle migliori, ma lui era convinto che fosse solo una questione di tempo. E, del resto, è normale che un armadio a due ante come lui ha bisogno di un po' di tempo in più del normale per ritrovare la forma migliore dopo un infortunio.
E la verità è che sembra proprio che ci sia riuscito nel momento più importante della stagione: tre gol e altrettanti assist nelle ultime tre gare disputate in campionato e soprattutto il sorriso ritrovato, sono lì a dimostrarlo. La celebrazione zen è stata sostituita da una più bellica che - e sono queste le contraddizioni della società in cui viviamo, ma questa è un'altra storia - non dà fastidio a nessuno.
Il vero dubbio di Inzaghi
Se in attacco, Inzaghi quasi sicuramente opterà per la coppia oramai da considerarsi titolare, Lautaro Martinez-Edin Dzeko, con Lukaku pronto a dare il proprio contributo a partita in corso, come ha spesso fatto, a centrocampo, il tecnico nerazzurro non è ancora sicuro che sia una buona idea lasciare in panchina Marcelo Brozovic.
È senza dubbio vero che Hakan Calhanoglu sia in vantaggio per una maglia da titolare tra Nicoló Barella e Henrikh Mkhitaryan, tuttavia non sarà semplice per l'allenatore emiliano lasciare in panchina, nella gara d'andata delle semifinali di Champions League contro il Milan, l'mvp della sfida di sabato scorso all'Olimpico contro la Roma.
In ogni modo, il mediano croato ha accettato di buon grado - leggi "sta facendo buon viso a cattivo gioco" - il ruolo di dodicesimo uomo che, così come succede con BigRom, gli ha assegnato Inzaghi. Questo non è il momento di creare problemi al proprio allenatore, ma solo a quello avversario e, fortunatamente per l'Inter, entrambi lo hanno capito.