Champions League: la sfida tra Mbappé e Sancho, funamboli dai destini opposti
Kylian Mbappé e Jadon Sancho hanno in comune non solo la passione per il calcio, ma anche altre caratteristiche. Prima tra tutti, a livello tecnico, l'istinto primordiale del dribbling, sebbene nel caso del francese questo sia accompagnato anche da una capacità di finalizzazione ottimale.
Entrambi nati da famiglie di immigrati, e dunque figli di identità nuove e in parte marginali di Francia e Regno Unito, sono cresciuti con il pallone tra i piedi, sviluppando così una passione travolgente che li ha portati a essere portatori di un fuoco sano che oggi li vedrà protagonisti al Parc des Princes, dove Paris Saint Germain e Borussia Dortmund si giocano l'accesso alla finale di Champions League.
I due, tuttavia, sono separati da un futuro immediato totalmente opposto
Mbappé, bomber in partenza
Capocannoniere degli ultimi Mondiali e delle ultime sei edizioni della Ligue 1, Mbappé è il figlio di Parigi che ormai da tempo ha fatto capire che in patria ha fatto il suo tempo. Prima di lasciare la Senna per il Manzanarre, il fiume che bagna Madrid, vuole però regalare ai tifosi del Psg l'emozione della prima Champions. Per farlo, tuttavia, dovrà andare oltre un ostacolo importante, specialmente a livello emozionale. Perché sebbene abbia dimostrato di essere uomo da gol pesanti, come ad esempio i tre rifilati all'Argentina nella finale mondiale del dicembre 2022, Kylian ancora non ha griffato una grandissima notte post quarti di finale con la squadra della sua città.
In lizza anche per il titolo di capocannoniere della Champions attuale, il numero 7 del Psg è consapevole di essere di fronte a un'occasione più unica che rara per provare a tutti il suo valore. Senza più le ingombranti ombre di Neymar e Messi, ambisce a essre il Re Sole della squadra parigina, che con lui come principale attore può trovare finalmente il tanto atteso exploit in Europa. E, anche per lui, non sarebbe lo stesso porta per la prima volta alla vittoria il Psg che imporsi in futuro con un Real Madrid che in Champions ha trionfato già 14 volte, essendo tra l'altro uno tra i tanti.
La riscossa di Sancho
Un anno più giovane del francese, Sancho ha invece effettuato un percorso inverso rispetto al suo rivale di stasera. Anch'egli visto come un predestinato, seppur defenestrato da Pep Guardiola dopo la sua formazione al Manchester City, ha vissuto un inizio di carriera strepitoso proprio al Borussia, dove ha militato per quattro anni e spiccando come uno degli elementi più decisivi della formazione giallonera. Poi, il passaggio allo United ne ha bloccato lo sviluppo, vista anche la sua indole leziosa, spesso additata dal tecnico dei Red Devils Erik ten Hag.
Rientrato in prestito al Signal Iduna Park, dove è rimasto un idolo della tifoseria, l'inglese è tornato nuovamente a sentire aria di casa. Come tanti non profeta in patria, a Dortmund l'inglese è spinto da un amore diverso che gli ha fatto capire che tornare a Manchester non sarebbe positivo per il suo futuro. E dopo la prestazione maiuscola dell'andata, nella quale ha fatto ammattire Nuno Mendes da funambolo schierato sull'ala destra, adesso vuole confermare il suo grande momento facendo dispetto a tutta Parigi. E, ovviamente, al suo alter ego Mbappé, che prima di lasciare casa sua vuole diventarne definitivamente il Re.