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Champions League, Inter: meglio il Manchester City o il Real Madrid?

Raffaele R. Riverso
La prima finalista di Champions League
La prima finalista di Champions LeagueAFP
Meglio nessuna delle due. Quelle di Pep Guardiola e Carlo Ancelotti sono, per ragioni diverse, le due squadre che, senza ombra di dubbio, qualsiasi allenatore al mondo preferirebbe non ritrovarsi in finale

Meglio nessuna delle due. Partire da questa premessa è fondamentale per capire quanto sarà titanica l'impresa che l'Inter si troverà di fronte il prossimo 10 giugno a Istanbul. Molto più titanica di quanto sia stato eliminare il Milan nell'euro derby grazie alle vittorie conquistate sia all'andata (0-2) che al ritorno (1-0).

Manchester City e Real Madrid sono, per ragioni diverse, le due squadre che, senza ombra di dubbio, qualsiasi allenatore al mondo preferirebbe non ritrovarsi in finale di Champions League.

A differenza della doppia sfida contro i rossoneri, però, i nerazzurri non avranno addosso nessun tipo di pressione che non sia quella normale e, per certi versi, positiva derivata dal fatto di essere vicini a scrivere una delle pagine più importanti della storia della Beneamata.

Gioco: Manchester City > Real Madrid

Il filosofo
Il filosofoAFP

Alla vigilia dell'incontro di stasera all'Etihad, è stato lo stesso Carlo Ancelotti a definire il Manchester City "la squadra più forte d'Europa in questo momento". I ragazzi di Pep Guardiola, infatti, sono gli unici ancora in corsa per il Treble più importante, dopo aver culminato una strepitosa rimonta in Premier ai danni dell'Arsenal.

A differenza del Real Madrid, è sicuramente vero che il City abbia uno stile di gioco più "prevedibile", ma non nell'accezione negativa che in molti tendono a dargli. E già, perché è altrettanto vero che questo stile di gioco è proprio quello che ha permesso agli inglesi di evitare i lunghi momenti di black out avuti invece dagli spagnoli che, in campionato, hanno accumulato un distacco in doppia cifra rispetto al Barcellona.

Ed è proprio per questa ragione che, in caso di approdo dei citizen a Istanbul, l'Inter si ritroverà di fronte la squadra che, sin dall'inizio dell'anno, ha dimostrato di avere le idee più chiare di tutti e i mezzi tecnico-tattici per declinarle in campo

Esperienza: Real Madrid > Manchester City

Carletto preferisce la Coppa
Carletto preferisce la CoppaAFP

"Se il Real Madrid va in finale, la vince". Inutile assegnare un soggetto parlante a queste virgolette perché, da qualche anno, è uno dei mantra più ripetuti del mondo del pallone. Dai tifosi agli addetti ai lavori, tutti l'hanno detto perché sono coscienti del fatto che, quando il gioco si fa duro, i blancos sono i più duri di tutti.

Le undici semifinali della massima competizione continentale disputate negli ultimi 13 anni, sono lì a dimostrare che in quanto a esperienza non esiste nessun altro club al mondo che possa vantare un'abitudine alla pressione - oltre che un curriculum - pari quella dei blancos.

Un aspetto che, iri pomeriggio in sala stampa, Luka Modric ci ha tenuto a sottolineare. Un po' come se volesse avvertire il suo prossimo rivale dei pericoli che correrà all'Etihad: "Oramai ci siamo abituati. Quando arriva il momento di quelle eliminatorie che sono al 50% e che verranno decise dai piccoli dettaglio, noi ci sentiamo a nostro agio".

Individualità: Real Madrid = Manchester City

Il re del dribbiling
Il re del dribbilingAFP

Nonostante l'Inter abbia, probabilmente, la migliore rosa della Serie A, quelle di City e Real sono di un altro livello. E non c'è bisogno di certo di farsi un giro su Transfermarkt - per verificarne il valore complessivo nel dettaglio - per rendersene conto.

Per quanto riguarda gli spagnoli, tranne piccole variazioni al tema principale, l'undici di Ancelotti è riconoscibile a prenscindere dall'avversario che si ritroverà di fronte. Carletto punta forte sull'esperienza dei propri senatori ai quali è risucito a combinare, in maniera virtuosa, la brillantezza e la classe di giovanotti della qualità di Vinicius, Rodrygo, Valverde e Camavinga, solo per citarne alcuni.

Senza dimenticare che gli unici due calciatori ad aver vinto un Pallone d'Oro dall'irruzione in scena di Cristiano Ronaldo e Lionel Messi vestono, entrambi di blanco: lo stesso Modric e Karim Benzema.

Dall'altra parte, invece, le sorprese, quando si parla di formazione, sono all'ordine del giorno. Pep Guardiola è ossessionato con la perfezione, dimostrando di avere il coraggio di cercarla a prescindere dal rivale e dal momento. E lo fa sperimentando, senza problemi, anche nelle partite più importanti quello che ha provato in allenamento.

Al Santiago Bernabéu era talmente convinto di aver azzeccato la formazione che non ha effettuato nemmeno una sostituzione. E del resto, quando i tuo pupilli si chiamano Haaland, De Bruyne, Bernardo Silva, Rodri, Ruben Dias e un lunghissimo eccetera di campioni, non è mai facile toglierli dal campo. Nemmeno se quelli in panchina si chiamano Alvarez, Mahrez o Foden.

Il re del gol
Il re del golAFP