Champions League: finisce l'avventura del Napoli, il Barcellona vince 3-1 e vola ai quarti
Un inizio di partita horror, quello del Napoli, che in casa del Barcellona è sceso in campo spaesato e senza sapere bene dove mettere i piedi. In notti come queste, dove il DNA conta più dei reali valori in campo, gli azzurri hanno peccato di mancanza d'esperienza in scenari da dentro o fuori. Perché, nonostante i catalani non siano gli spauracchi che bruciavano l'erba di ogni campo pochi anni fa, in questi casi avere nelle gambe maggior coinvolgimento storico in competizioni come la Champions aiuta non poco.
Dal 15esimo al 17esimo del primo tempo, gli uomini di Calzona sono stati letteralmente travolti dall'onda blaugrana, che vedeva il giovane Fermin aprire le marcature con un piazzato a rimorchio. Una sorta di rigore in movimento dopo un cross arretrato di Raphinha sul quale è stata fondamentale la voglia di Lewandowski di far passare la sfera. Troppo solo e senza marcature, il catalano ha ringraziato, imbucando le gambe di Juan Jesus e l'angolo alla destra di Meret. Due minuti dopo il contropiede letale nel quale dopo il palo colpito da Raphinha era Cancelo il meglio piazzato a colpire a piacimento.
Risveglio partenopeo
Ed era lì che l'orgoglio azzurro veniva fuori. Più organizzati in mezzo al campo, nonostante una linea difensiva troppo disattenta e già presa in contro tempo varie volte, gli uomini di Calzona hanno trovato gli spazi per provarci. E dopo una buona imbeccata in diagonale per Politano, quest'ultimo trovava a rimorchio Rrahmani, che appariva a fari spenti e toccava di giustezza col sinistro per trovare il gol del 2-1, infilando ter Stegen nel palo più lontano.
L'entusiasmo tornava ad accendere il corpo degli azzurri, consapevoli del fatto che i loro dioscuri Kvaratskhelia e Osimhen non stessero vivendo la loro miglior serata. Ed era così il capitano Di Lorenzo a suonare la carica da interno di centrocampo: pescato da un centro morbido di Mario Rui, il numero 22 azzurro svettava su tutti, colpendo di testa a scavalcare e stimolando l'istinto del capitano avversario, che gli negava il gol del pari.
Il secondo tempo veniva approcciato meglio dagli azzurri, che però vedevano i tanti cross o lanci intercettati dal giovane Cubarsí. Il centrale classe 2007, chiudeva ogni spazio possibile, vincendo praticamente ogni duello di testa nelle palle a metà e dando prova anche di notevole autorità con la palla tra i piedi e, soprattutto, di un eccellente senso della posizione. In campo Osimhen brulicava senza orientamento, mentre Kvara calciava di poco fuori dal limite nella sua unica vera occasione, poco dopo l'inizio della ripresa.
La chiude Lewa
E dopo uno sviluppo poco fluido del gioco da entrambe le parti, era chiaro che sarebbero stati gli episodi a essere fondamentali. A un quarto d'ora dalla fine Yamal aveva a disposizione una buona palla dalla sua zolla preferita, calciandola però fuori di poco. Dall'altro lato del campo, la palla più nitida per il pari arrivava da Olivera per Lindstrom, il quale chiudeva gli occhi e anche l'angolo d'impatto con la testa, con la sfera che scorreva a pochi centimetri dal palo di ter Stegen, con i 3.000 tifosi azzurri a disperarsi sugli spalti per la mancata occasione. E, come buona regola non scritta del calcio, arrivava la punizione che chiudeva il match: una verticalizzazione geniale di Gundogan per Sergi Roberto metteva Lewandowski in condizione di calciare a porta vuota, siglando il 3-1 definitivo. Prima del fischio finale, Olivera colpiva la traversa e Kvara calciava a lato da ottima posizione dal limite.
Il Napoli torna dunque a casa con l'onore delle armi, non avendo mai smesso di crederci anche dopo un inizio disastroso. La sua stagione sembra ormai compromessa, in quanto fuori dalla Champions e dalla possibilità di giocare il Mondiale per club che si giocherà tra un anno e mezzo. In campionato, i sogni di salvare la stagione con la qualificazione alla prossima edizione del principale torneo europeo sono praticamente sfumati. E stasera è arrivato il triste sipario di una malinconica stagione.