Champions League, Calhanoglu e Gundogan, le due opposte mezzelune di Istanbul
Hakan contro Ilkay. L'imperatore contro la Nuova Luna. Opposti in schieramenti di 11 soldati ognuno, i due turchi nati in Germania Calhanoglu e Gundogan prenderanno le armi domani sera in una finale di Champions League tra Inter e Manchester City che già sta facendo tremare il suolo di Istanbul.
Quella Istanbul che per entrambi è una patria lontana fisicamente ma vicina culturalmente. Perché sebbene la loro carta d'identità sia stata redatta per la prima volta in terra teutonica, il loro sangue e i loro tratti somatici dicono ben altro. Figli di una storica ondata di lavoratori ottomani migrati in quella che un tempo era la Repubblica Federale Tedesca, per intereccesione della NATO, saranno loro i 'padroni di casa' domani sera. Ma non solo.
Cruciali
Un po' giannizzeri, un po' granatieri, i due centrocampisti sono due pedine fondamentali negli eserciti di Simone Inzaghi e Pep Guardiola, i quali contano su di loro come elementi che favoriscono la fluidità di gioco e li hanno investiti di importantissimi responsabilità nella fase offensiva.
In Champions League hanno entrambi le stesse statistiche: un gol e due assist a testa. Numeri che non evidenziano la loro effettiva portata nella dinamica costruttiva, che ha loro come interpreti più decisivi nel far girare la palla negli ultimi 40 metri. Se l'interista ha realizzato il gol fondamentale che ha permesso ai nerazzurri di battere il Barcellona nella fase a gironi, il mancuniano ha partecipato da goleador solo nel facilissimo 7-0 contro il Lipsia.
I due hanno inoltre svolto una carriera ricoprendo un ruolo simile, quello di interno di sinistra. Un ruolo che Calha ha cambiato volentieri quest'anno per spostarsi in cabina di regia e dar prova delle sue doti da organizzatore di gioco nella zolla nevralgica del campo. Tuttavia, per la grande occasione di domani sera l'ex milanista potrebbe essere riportato nel suo vecchio posto, dal quale può essere più pericoloso al momento di lanciare qualche sasso pesante e veloce verso la porta difesa da Ederson.
Luogotenenti
A provare a lanciare i sassi ci sarà anche Gundogan, che dal limite dell'area di è sempre distinto per essere un tiratore di rilievo, anche se in quest'arte il suo connazionale è superiore. Quest'anno, però, l'ex Borussia ha visto il suo rendimento da attaccante aggiunto migliorare moltissimo, specialmente in campionato, dove ha realizzato otto reti accompagnate da cinque assist.
Calha, dal canto suo, in Serie A ha messo a segno tre reti e sei passaggi decisivi, a riprova della sua centralità nel gioco dei nerazzurri. I due, dunque, hanno ormai assunto le caratteristiche di luogotenenti dei rispettivi allenatori. Imprescindibili nell'economia del gioco, i due 'padroni di casa' in quel di Istanbul hanno raramente saltato delle partite quest'anno. Da un lato Calhanoglu spicca come il quinto giocatore di movimento per minutaggio nell'Inter, mentre dall'altro Gundogan è il terzo elemento, Ederson a parte, per minuti giocati nel City.
Sublime porta
Quella che un tempo veniva definita come la porta di transito dall'Asia all'Europa e viceversa è oggi il viatico per la gloria per Inter e City. Per Inzaghi e per Guardiola. Per Calhanoglu e Gundogan, i quali arrivano sul Bosforo da figli di una patria che sentono nelle vene. E che proprio nella città più imperiosa del paese dei loro genitori, e forse del mondo, cercheranno di conquistare lo status di Fatih, ossia quello di conquistatore.
570 anni dopo l'irruzione dell'esercito di Mehmet II in quella che allora era Costantinopoli, i due eredi dell'impero ottomani cresciuti in Germania saranno gli incaricati di guidare le proprie truppe oltre la Sublime Porta, quella dei rivali, oltre la quale c'è la gloria di essere campioni d'Europa. Un titolo emblematico in un'urbe storica sotto tutti i punti di vista.