"Bravi tutti", ma attenti a Carletto: al Maradona arriva il suo Real Madrid
"Bravi tutti". Sembrava ironia e, invece, non lo era. Allo 0-0 di Bologna, infatti, sono due seguiti due poker, rifilati all'Udinese al Maradona e al Lecce al Via del Mare. E, a quanto pare, l'unico ad averlo capito prima degli altri era stato proprio Aurelio De Laurentiis.
Per la prima volta da quando la campagna 2023-2024 è cominciata, il Napoli si è ricordato di avere un titolo da difendere e onorare. Perché se è vero che non si può pretendere per forza il bis, è altrettanto vero che le prime uscite stagionali dei campioni d'Italia erano state deludenti non solo dal punto di vista dei risultati, ma anche e soprattutto del gioco e, quindi, dell'immagine.
Per non dimenticare i malumori di Kvara e le gaffe social del club con Osi, i due eroi dello scudetto dell'anno scorso. Ed è per questa ragione che, per quanto non si potesse davvero credere che il Napoli si fosse trasformato improvvisamente in un brutto anatroccolo, non erano in molti a scommettere che la reazione sarebbe potuta arrivare con Rudi Garcia in panchina. E, invece, "bravi tutti", appunto.
Il ritorno di Carletto
Il calendario, però, incalza e ha riservato al club azzurro, per domani sera, una delle sfide più affascinanti che si possano immaginare, quella contro il re indiscusso della massima competizione europea: il Real Madrid.
Alla guida dei blancos, inoltre, ci sarà l'allenatore che più Champions League ha vinto nella storia del torneo, un certo Carlo Ancelotti. Sì, proprio Carletto che, tra un trofeo e un altro, a Napoli non riuscì a esprimersi al meglio. E, naturalmente, la sua squadra nemmeno.
Criticato (a volte a ragione, talvolta un po' meno), vilipeso, preso addirittura a pesci in faccia da una parte dell'opinione pubblica partenopea che non lo voleva prima e quasi ha goduto nel constatare il suo fallimento. E, per dirla tutta, anche il presidente De Laurentiis, che lo aveva accolto come un eroe, non gli rimase vicino a lungo. Anzi.
Il tecnico emiliano, però, ripartì appena 12 giorni dopo l'esonero rimediato in Campania. E, a stagione ampiamente in corso, non si fece problemi a rimboccarsi le maniche e, dopo aver vinto tre Champions con Milan e Real Madrid, accettare di buon grado l'offerta di una squadra di seconda fascia, l'Everton.
Perché Carletto voleva ancora allenare e sapeva che molte delle colpe che gli avevano affibbiato a Napoli non erano sue. Prova ne sia che Florentino Pérez pensò proprio a lui quando Zinedine Zidane decise di lasciare, per la seconda volta, la panchina del Santiago Bernabéu.
E, proprio com'era successo nella stagione 2013-2014, "l'allenatore che preferisce la coppa" ha riportato la Coppa ei Campioni nella capitale spagnola al primo colpo, aggiungendo così, dopo la Décima, un'altra Champions al proprio pallottoliere e a quello del Real.
Ed è per questa ragione che quello che tornerà ai Campi Flegrei, domani sera, è un tecnico che non solo si è scrollato di dosso il fallimento di Napoli, ma che è anche riuscito a far cambiare idea a molti di quelli che avevano salutato il suo esonero come una sorta di liberazione.
I precedenti
Oltre ad aver riconquistato, sabato pomeriggio, la vetta della Liga, annichilendo a Montilivi il Girona (che fino a incrociare i merengues era capolista), il Real Madrid ha ritrovato il sorriso che aveva perso dopo la batosta rimediata nel derby contro l'Atlético.
Un'ulteriore dato positivo per Carletto, è quello relativo ai suoi precedenti contro il Napoli e Rudi Garcia. Alla guida di Parma, Juventus e Milan, infatti, l'emiliano ha battuto nove volte gli azzurri, perdendo due incontri e pareggiandone uno. Con l'attuale allenatore del Napoli, invece, Ancelotti ha avuto a che fare in Ligue 1: due vittorie e una sconfitta, il bilancio a favore dell'italiano.