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L'addio alla Juve e il sogno di allenarla, Bonucci a ruota libera: "Volevo chiudere lì"

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Bonucci
BonucciProfimedia
L'ex difensore bianconero ha rilasciato una lunga intervista in cui ripercorre la sua carriera e la fine della storia d'amore con il club di Torino, parlando anche dei suoi ex allenatori: "Conte il tecnico che più mi ha cambiato ed aiutato a crescere".

"Ora sono più sereno, meno arrabbiato per quello che è successo quest'estate. Bisogna guardare avanti. Il mio passato alla Juve è stato meraviglioso. Volevo chiudere la mia carriera lì".

È un passaggio dell'intervista che Leonardo Bonucci, oggi giocatore dell'Union Berlino, ha concesso allo spagnolo Marca.

Alla Juventus "sono fiducioso di aver dato sempre il massimo" aggiunge. "Ogni settimana parlo con molti miei ex colleghi. Ciò fa capire che ero importante nello spogliatoio: amicizia con i veterani e riferimento per i giovani" sottolinea il difensore.

Tornare "è uno dei miei obiettivi. Voglio fare l'allenatore e se riuscissi a diventarlo nell'élite, la Juve è uno dei club che mi piacerebbe allenare" racconta l'ex difensore azzurro. Il club bianconero "è una parte cruciale della mia vita. Sono grato ad Andrea Agnelli, Marotta, Paratici, Nedved, riferimento silenzioso. E all'allenatore che più mi ha cambiato e aiutato a crescere: Antonio Conte".

Da aspirante tecnico Bonucci non può non parlare di Carlo Ancelotti: "Un esempio se vuoi fare quel lavoro. Non ho avuto la fortuna di averlo come allenatore, ma ho sentito tanti giocatori parlarne molto bene. L'ho visto più da vicino al Napoli e penso che chiunque sia stato allenato da Carlo abbia avuto la fortuna di imparare molto. Quando sei un allenatore vincente per 20 anni non è un caso. C'è un valore umano, oltre a quello tattico. Questa è la sua grandezza".

Bonucci parla anche dei social network. "Vivevamo in un periodo orribile. Davvero orribile, perché non c'è limite a nulla. Sono terrorizzato da ciò che potrebbe attendere i nostri figli in futuro. Chiunque si sente libero di criticare, insultare". Una violenza che "ho vissuto sulla mia carne. Ho un carattere duro, testardo, difficile da ferire. Ma ci sono cose che ti lasciano un segno dentro" e nonostante "tu sia coraggioso sul lavoro, potrebbe arrivare un giorno in cui cadi e diventi depresso. Non bisogna vergognarsi a chiedere aiuto. Spero davvero che in futuro si possa mettere un contrappeso a quella parte orribile del mondo in cui viviamo oggi".