Coppa d'Africa: il Marocco sotto pressione dopo l'ottimo Mondiale in Qatar
Il Marocco è diventato il primo Paese arabo e africano a raggiungere una semifinale della Coppa del Mondo durante l'emozionante corsa che ha affascinato un intero continente. Ora, però, ci si aspetta da loro grandi cose anche nella Coppa delle Nazioni in modo da cancellare un ruolino di marcia fatto di continui fallimenti.
Il Marocco è uno dei 12 Paesi del gruppo di 24 squadre che hanno avuto precedenti successi nel campionato continentale, ma il loro unico trionfo risale a quasi mezzo secolo fa, nel 1976. Da allora, hanno collezionato una lunga storia di crolli inaspettati soprattutto quando erano stati dati per favoriti.
"È vero che l'ultima fase finale della Coppa del Mondo ci ha dato l'esperienza delle grandi competizioni, ma per noi la realtà è che la Coppa delle Nazioni è sempre un torneo complicato", ha dichiarato in un'intervista rilasciata alla Reuters l'allenatore Walid Regragui.
"Non è la prima volta che il Marocco arriva da favorito e da potenziale vincitore ma, purtroppo, non siamo riusciti ad arrivare regolarmente in semifinale. Questo dimostra che l'esperienza in altre competizioni non è un fattore decisivo per assicurarci la vittoria".
Una grande sfida
E la verità è che ci saranno molte squadre desiderose di farli fuori, in particolare i padroni di casa della Costa d'Avorio, il Ghana, la Nigeria e i detentori del titolo del Senegal.
Sadio Mané, che lo scorso fine settimana si è preso una pausa per sposarsi, è di nuovo alla guida di un Senegal che, come il Marocco, ha avuto la meglio sul Brasile in amichevole l'anno scorso ed è ricco di esperienza e talento. Hanno vinto meritatamente l'ultima Coppa delle Nazioni in Camerun, anche se hanno dovuto ricorrere ai rigori per superare l'Egitto in finale.
Anche dagli ivoriani ci si aspetta che arrivino in fondo al torneo, anche se spesso il peso delle aspettative dei tifosi di casa può pesare troppo. L'Egitto, nel 2006, è stato l'ultimo padrone di casa a vincere la Coppa delle Nazioni, ironia della sorte, ai calci di rigore proprio contro la Costa d'Avorio.
Gli ivoriani daranno il via ai lavori nella partita inaugurale del Gruppo A di sabato prossimo contro la Guinea Bissau.
La squadra della Nigeria è sulla carta tra le migliori degli ultimi anni, ma i risultati recenti sono stati tutt'altro che impressionanti. A novembre, il modesto Lesotho li ha sconfitti in un incontro di qualificazione alla Coppa del Mondo e anche l'anno scorso hanno perso in casa contro la minuscola Guinea Bissau.
L'Egitto, con Mohamed Salah ancora una volta come talismano, e l'Algeria, vincitrice del 2019, si uniscono al Marocco per guidare la sfida del Nord Africa di lingua araba, insieme alla Tunisia, che stabilirà il record di 16 partecipazioni consecutive alla fase finale della competizione.
Da tenere d'occhio quest'anno anche Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Sudafrica e Zambia, che hanno tutte le carte in regola per fare da guastafeste.
Il torneo è ospitato in sei stadi diversi, quattro dei quali sono stati costruiti ad hoc. L'attenzione sarà massima sulle condizioni dei terreni di gioco, che hanno messo a dura prova i tornei precedenti, con l'invio di esperti dalla Francia per garantire superfici di gioco ottimali.
Diversi alti funzionari governativi sono stati licenziati a settembre dopo che un'amichevole tra la Costa d'Avorio e il Mali è stata sospesa a causa di un terreno di gioco pieno d'acqua nel nuovo Stade Olympique Alassane Ouattara, nel quartiere Ebimpe di Abidjan. Si tratta dello stadio che ospiterà la partita inaugurale e la finale.
Il torneo, originariamente previsto per il giugno dello scorso anno, è stato rimandato di sei mesi per il timore dell'impatto che avrebbe potuto avere la stagione delle piogge e cade, così, nuovamente nel bel mezzo della stagione europea, con buona pace di molti allenatori.