NBA Finals, un freschissimo Jokic attende al varco uno scatenato Butler
Non è Davide contro Golia. Tutt'altro. Lo scontro tra i due MVP delle distinte Conference sarà una battaglia tra titani in piena regola. Profili diversi, stagioni diverse, ma lo stesso impatto sulle rispettive squadre. Se Nikola Jokic è un centro di 2,11 cm, dunque non un gigante per il ruolo, e Jimmy Butler un'ala piccola da 203 cm, ci sarà un perché. La loro centralità nel gioco dei Nuggets e degli Heat li rende gli uomini più attesi di queste Finals NBA così distorte.
Distorte perché se Denver ha dominato a Ovest, Miami si è qualificata a fatica a Est, accelerando solo nel finale, quasi come quei fondisti che danno il meglio nell'accelerazione a poche centinaia di metri dal traguardo. Le due realtà che si contenderanno il prezioso anello destinato al campione NBA dipendono estremamente dalla salute dei loro uomini chiave, un dinoccolato serbo con la faccia da studente fuori corso e un texano cresciuto da ribelle in famiglia durante una travagliata adolescenza.
Nikola, il dominatore
Fin dall'inizio della regular season, il balcanico di Denver ha fatto capire che il suo intento era dominare in lungo e in largo, sia a livello statistico sia per quanto riguarda il gioco. Abilissimo nell'andare a segno, dominare in zona pitturata, catturare rimbalzi e distribuire assist, the Joker è l'uomo da battere se si vuole fermare la macchina perfetta dei Nuggets. Una parola. Perché il centro di Sombor dallo sguardo pacioccone ha dimostrato nei playoff tutta la sua straordinaria potenza ed efficacia.
Miglior assistman (10,3 a partita), secondo cacciatore di rimbalzi (13,3) e quarto marcatore (29,9) nella fase a eliminazione diretta, Jokic è stato protagonista assoluto della cavalcata trionfale di Denver, che si è inoltre sbarazzata dei Lakers con un devastante 4-0 nelle finali di Conference, dopo le quali ha giustamente ottenuto il titolo di MVP. Un titolo dedicato a Magic Johnson, che di lui apprezzerà senza dubbio le doti di assistman. Che il serbo sia il miglior rifornitore di palle da spingere dentro al canestro, essendo un centro, è qualcosa di più unico che raro. E che certifica nuovamente le sue caratteristiche da dominatore globale.
Jimmy, l'irriverente
Maestro del trash talking di urbana memoria, il nativo di Houston sta vivendo la sua miglior stagione di sempre dopo aver trattenuto le sue velleità per poi farle esplodere del tutto quando davvero contava. Irriverente al punto giusto, Butler ha compreso quest'anno quale fosse il momento giusto per accelerare e fare la differenza. Una performance devastante contro i Bucks di Antetokounmpo, nella quale realizzò 56 punti, fece capire a tutti quanto l'ottava classifica a Est fosse davvero l'unica outsider in grado di fare l'exploit.
E dopo aver buttato fuori la miglior squadra a Est, il 33enne Jimmy ha pensato bene di ripetersi anche con la seconda, quei Celtics che nonostante una rimonta che aveva portato l'inerzia dalla loro parte sono stati messi al loro posto in gara 7, per giunta giocata in casa, dai suoi 28 punti.
Duello
Adesso, la sfida diventa totale. Perché di fronte ci sono i veri padroni della stagione NBA, quei Nuggets che a Jokic hanno accompagnato due scudieri solidi come Jamal Murray e Aaron Gordon. Butler, tuttavia, conta sull'apporto tattico di un coach come Erik Spoelstra, per molti il miglior allenatore del campionato.
Il duello definitivo, che potrebbe avere sette repliche per stabilire chi per la prima volta indosserà l'anello da protagonista, sta per iniziare. Da un lato c'è un'armata che ha stabilito una sorta di dittatura durante vari mesi. Dall'altro una truppa meno continua, più esuberante, che vorrà realizzare l'impresa di vincere il titolo NBA da underdog assoluta contro la più forte.
Lo scenario perfetto per delle Finals NBA che già fanno parte della storia e adesso potranno diventare mito.