Fontecchio: "Ho dimostrato di poter giocare in NBA, ora devo migliorare"
Una prima stagione NBA difficile, proseguita tra alti e bassi ma tante soddisfazioni, che Simone Fontecchio (27) ha raccontato in un'intervista esclusiva alla Gazzetta dello Sport.
Il rookie azzurro ha spiegato quello che ha provato nei suoi primi mesi americani: "È stata una stagione bella tosta: sapevo che non sarebbe stato facile, ho passato momenti difficili, ma ci sta. Ho avuto anche un po’ di sfortuna con il Covid e un paio di infortuni proprio quando avevo iniziato a prendere fiducia. Ma da febbraio sto giocando con continuità: so di avere i miei minuti e questo aiuta la fiducia e l’autostima". "
"Nel mio anno da rookie volevo riuscire a dimostrare di poter appartenere a questo mondo e credo di esserci riuscito, adesso devo lavorare sulla costanza. Penso di essere migliorato molto anche a livello difensivo, quando sei un rookie gli avversari spesso cercano di attaccarti ma vedo che ora lo fanno sempre meno e questo per me ha un grande significato. Devo però migliorare a rimbalzo: posso sicuramente fare meglio" ha aggiunto.
Quanto ai Jazz, dalle parole di Fontecchio sembra l'ambiente giusto per crescere e trovare gli stimoli giusti per imporsi in NBA: "L'ambientamento è stato facile, i compagni sono davvero super. Ho legato con tutti, ma in particolare con Lauri Markkanen, a cui m’accomuna il background europeo. Il merito va allo staff tecnico e a coach Will Hardy: ha creato un ambiente fantastico, togliendo tanta pressione e permettendo la crescita dei più giovani come Walker Kessler, che merita di essere uno dei candidati al premio di rookie dell’anno, o Ochai Agbaji che è diventato uno dei migliori difensori del campionato".
La sfida più grande del campionato americano, però, restano i tanti impegni: "Il calendario è estenuante: nella prima parte della stagione abbiamo fatto ben 13 back to back. Credetemi, si sentono. Anche a livello mentale non è semplice, devi rimanere sempre sul pezzo quando le cose non vanno bene. Ma nei momenti difficili è bene ricordare di far parte dei 400 giocatori più forti al mondo".
Infine, un accenno a Paolo Banchero (20), che non ha ancora deciso con quale nazionale giocare: "Non mi sembrava proprio il caso di parlargli di Nazionale. Credo che coach Pozzecco e la stessa Federazione abbiano fatto tutto quello che c’era da fare per convincerlo, adesso sta solo a lui, vedremo che cosa deciderà…".