All-Star Game: l'Est supera l'Ovest e si impone 211-186, Damian Lillard MVP
La Eastern Conference ha dominato i migliori giocatori di Ovest per 211-186, per un numero record di punti, in un All-Star Game NBA particolarmente piatto giocato domenica a Indianapolis.
L'All-Star Game è una vetrina per i migliori giocatori della lega dal 1951. La mancanza di intensità del gioco è un aspetto familiare, anche se a volte viene contraddetta da un po' di emozioni nel finale. Ma non questa volta.
L'NBA ha perso l'occasione di dare energia all'evento tornando allo storico formato Est contro Ovest, dopo sei anni in cui due capitani hanno messo insieme le loro squadre. Alcuni giocatori hanno faticato a nascondere il loro disinteresse per la partita. Le star del campionato americano hanno effettuato più tiri dalla distanza (67 riusciti su un totale di 168 tentati) e schiacciate non contrastate.
Il playmaker dei Milwaukee Bucks Damian Lillard (39 punti, 6 assist), che ha realizzato due tiri da metà campo, è stato eletto MVP della partita. Il tutto è stato accolto dai fischi del pubblico, che sperava nella premiazione del casalingo Tyrese Haliburton (32 punti).
L'interno dei Minnesota Timberwolves Karl-Anthony Towns è stato il miglior marcatore con 50 punti.
La partita ha visto LeBron James festeggiare la sua 20esima selezione all'All-Star Game, un record a 39 anni nella sua 21esima stagione NBA.
Il giovane talento francese Victor Wembanyama, selezionato per il torneo dei giovani, ha subito una piccola umiliazione quando lui e la sua squadra sono stati eliminati da una squadra di giocatori della G-League (campionato minore) venerdì. Di conseguenza, ha perso la finale dell'evento in cui tutti volevano vederlo.
Sabato, la giornata di gare è iniziata con la "Skills challenge", salvata solo dal duello tra Stephen Curry e Sabrina Ionescu e dal salto di Mac McClung nella gara di schiacciate.