Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità
Di più

Mondiali basket: l'ultima fatica di Gigi Datome, l'Highlander azzurro

Antonio Moschella
L'ultima fatica mondiale di Gigi Datome, l'Highlander del basket azzurro
L'ultima fatica mondiale di Gigi Datome, l'Highlander del basket azzurroProfimedia
Venuto fuori dal basso e con la pazienza dei più forti, l'azzurro più giramondo si appresta a disputare il Mondiale che sarà il suo evento di commiato. E, per questo, metterà tutto sé stesso

L'ultimo giro è quello dove bisogna provare tutto, quello nel quale serve avere la massima tenuta di strada e il perfetto connubio tra pneumatici e telaio, in modo da non spaccare i bulloni o fondere il motore. Quel bolide di Gigi Datome, che a quasi 36 anni si appresta a disputare l'ultimo torneo della sua carriera, lo sa bene. Ed è arrivato alle Filippine con l'animo invaso da un mix di adrenalina e nostalgia.

Capitano

Leader tecnico ma soprattutto morale, quello che tutti chiamano Gigione è stato salutato dall'Italia intera nelle ultime uscite amichevoli disputate in casa. A dimostrazione di un amore enorme verso il personaggio, quello di un ragazzone che è venuto fuori pian piano e senza strafare, debuttando con l'Italia da 19enne in un'amichevole contro la Croazia, nella quale segnò cinque punti. Trascinatore insieme a Simone Fontecchio della rappresentativa azzurra che l'anno scorso all'Euro 2022 fu fermata solo ai quarti da una Francia molto superiore fisicamente e tecnicamente, Datome è arrivato a questo appuntamento con la calma e la motivazione giuste per poter fare qualcosa di concreto e di memorabile.

Obiettivo 200

Per il momento sono 196 le presenze con la nazionale italiana del nativo di Montebelluna, il quale aspira ovviamente ad arrivare, se non addirittura a superare, quella quota 200 che lo porterebbe a entrare nella top 10 per cap di tutti i tempi. Al decimo posto, con 201 partite giocate in azzurro, c'è infatti Renzo Vecchiato, mentre a quota 207 c'è il mitico Antonello Riva. L'obiettivo è dunque quello di poter trascinare la nazionale fino al secondo girone se non oltre. Un proposito non impossibile, per il quale lo stesso Datome lotterà con le unghie e con i denti, nonostante il suo stato fisico non sia più quello dei bei tempi.

Definitosi scrittore ma anche musicista amateur, come quando si esibì insieme a una certa Patti Smith a Milano l'anno scorso, il numero 70 azzurro è chiamato alla sua ultima impresa da Highlander del basket nostrano. Lui che in NBA non ha avuto la continuità di Belinelli o Gallinari, ma che con la maglia azzurra è stato sempre risoluto e costante. Insieme a lui della vecchia guardia ci sarà solo Nicolò Melli, un altro di coloro che dovranno dare il massimo dal punto di vista psicologico per tirare la carretta.

Tutte finali

Rispetto agli altri, Gigione non ha solo talento o esperienza. È un giocatore che è stato capace di provarsi in più ambienti, in scenari diversi, andando oltre i confini patri e soprattutto cercando sfide particolari. Perché se è vero che nessun cestista non può rifiutare il richiamo della NBA, lui ha vissuto per ben cinque anni a Istanbul, dove ha attivato una sfida assoluta come quella del Fenerbahce, una squadra storica in una piazza bollente.

Al di là del classico Erasmus oltre Oceano di ogni talento che viene attratto dalle sirene nordamericane, Gigione ha dunque accumulato un'esperienza all'estero lunga e provante, in un campionato dove ha vinto tre volte il titolo ma soprattutto nel quale si è finito di formare come fenomeno. Il trionfo dell'Eurolega 2016-17 come quinto miglior marcatore di media del team turco lo ha definitivamente proiettato nel gotha del basket europeo. 

Caratterizzato da un barbone da vichingo, il capitano suonerà il corno azzurro e giocherà tutte le partite come una finale, da autentico condottiero di un gruppo solido che nei momenti di difficoltà, lo cercherà sempre. Dentro e fuori dal campo.