Qualificate in Champions Bologna e Juventus, gli emiliani coronano un sogno con un campionato da urlo

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Qualificate in Champions Bologna e Juventus, gli emiliani coronano un sogno con un campionato da urlo

Thiago Motta
Thiago MottaProfimedia
Il lavoro di Motta e Sartori è alla base della grande conferma di questa stagione di Serie A, a culminazione di un progetto sostenibile

Dieci anni dopo l'acquisto del Bologna, la proprietà del canadese Joy Saputo ha ottenuto un frutto maturo e gustoso, quello della qualificazione in Champions League. Un premio meritatissimo per una realtà che da provinciale è diventata solida, ottenendo un pass alla competizione più importante d'Europa in modo diretto e pulito, senza giri di parole.

Il giro palla dei felsinei, invece, è stato quello di una squadra moderna, capace di vincere 18 partite in questo campionato di Serie A, l'ultima delle quali in casa del Napoli ieri pomeriggio. La prova del nove per un undici dinamico, che guidato da un tecnico di gran talento, probabilmente il più brillante del momento in Italia nel rapporto tra risorse a disposizione e risultati ottenuti. 

Motta e Sartori

Come capita nella costruzione dei grandi progetti, serve il talento dell'architetto e la concretezza dell'ingegnere. E da questo punto di vista Thiago Motta e Giovanni Sartori rispondono perfettamente a questi ruoli. Perché l'allenatore italo-brasiliano ha dimostrato totalmente di essere diventato capacissimo nell'amalgamare giocatori intercambiabili e capaci di far scorrere velocemente il pallone, mentre il direttore sportivo nostrano ha ripetuto quanto di ottimo fatto all'Atalanta con uno scouting d'eccezione. 

Negli ultimi due anni, quelli in cui ha lavorato al Bologna, sono arrivati calciatori come Zirkzee, Ndoye, El Azzouzi, Aebischer, Ferguson, Calafiori, Saelemaekers e Freuler, solo per citare i più importanti. Un mercato totalmente sostenibile e fatto grazie a un occhio lungo e molto allenato, che ha permesso così alla squadra tutta di elevare il livello qualitativo medio e di trovare una compattezza globale inscalfibile, che si è riflessa in campo.

Oltre la sfortuna

Ben assemblati nel 4-2-3-1 cangiante di Motta, i giocatori rossoblu sono stati protagonisti di una stagione di altissimo livello nella continuità, vivendo pochi momenti di sbando, e soprattutto sempre sostenuti da un forte spirito di gruppo. Impulsivo ma sapiente, l'allenatore che da calciatore faceva il regista ha creato un gioco misto nel quale un box to box all'inglese come Ferguson ha spiccato come collante dell'undici intero.

E questa squadra è stata talmente forte e solida che è riuscita ad andare ben oltre la sfortuna nel momento in cui il suo tuttofare scozzese, assoluto leader in campo e fuori, è stato fermato da un brutto infortunio al ginocchio che lo terrà fuori per sei mesi. Appena cinque sconfitte in 36 incontri disputati finora e la capacità di inanellare un filotto di vittorie tra febbraio e marzo sono i grandi dati statistici di un Bologna che dalla 16esima giornata è arrivato al quarto posto e lo ha perso solo durante otto partite, ma senza mai allontanarvisi troppo.

Oggi, invece, la truppa di Motta è terza, complice il pari della Juventus in casa con la Salernitana. E ascolta già la musica della Champions, il culmine di una stagione indimenticabile.

La forma recente del Bologna
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